Non c’è più solo l’indice di contagiosità, l’ormai noto Rt usato per fotografare la corsa del virus e capire quante persone un positivo può infettare. I criteri per calcolare il livello di rischio saranno 21. Peseranno il numero dei casi sintomatici, i ricoverati, i casi nelle Residenze Sanitarie assistenziali, la percentuale di tamponi positivi, il numero dei nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto rispetto alla disponibilità. Questi criteri saranno analizzati dall’Istituto Superiore della Sanità e valutati dal comitato tecnico scientifico che dividerà le zone in verdi, arancioni e rosse. Come un semaforo. A quel punto la parola passerà al Ministero della Salute che, con un’ordinanza, inserirà la regione in una delle tre aree.
La paura che la Puglia rientri nell’ultima fascia, quella che prevede il lockdown di tre settimane con uscite consentite per motivi di studio e di lavoro e la chiusura delle regioni rosse, dove la curva dei contagi e più alta con tanto di divieto di spostamento. Così, di fronte a questo scenario e temendo di restare bloccati, molti fuori-sede hanno deciso di rifare le valigie e tornare a casa. Nulla a che vedere con la fuga di massa di marzo, con treni, bus e aerei presi d’assalto al punto che il Governatore Michele Emiliano fu costretto ad emanare un’ordinanza nel cuore della notte per obbligare chi tornava in Puglia a compilare l’autocertificazione, ma un aumento più ordinato dei rientri c’è, soprattutto tra gli universitari. Lo dimostrano le prenotazioni, vicine al tutto esaurito, soprattutto per chi ha scelto di viaggiare con i bus.
Bisogna capire cosa accadrà nelle prossime ore, quando i timori saranno certezze e il Decreto firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte renderà il quadro ancor più chiaro. Comunque andrà, non è caduto l’obbligo di auto-segnalazione sul sito della Regione Puglia che invita a scrivere una sorta di diario con l’elenco dei luoghi visitati e delle persone incontrate per 30 giorni, in modo da rendere eventualmente più facile il tracciamento dei contatti stretti in caso di positività. Per chi torna o arriva dall’estero, dai Paesi considerati a rischio, c’è l’obbligo di restare in isolamento fiduciario per due settimane solo nei casi in cui non abbia eseguito il tampone.