
Tecnici del comune e professionisti svolgeranno indagini e sopralluoghi per identificare le zone realmente a rischio lungo la fascia costiera di Melendugno. Obiettivo ridurre il perimetro della restrizione voluta dalla Capitaneria di Porto di Otranto.
Il sindaco di Melendugno ci ha provato e non ha perso tempo. Questa mattina il tavolo tecnico convocato dal Comune ha dato qualche frutto, forse ancora troppo acerbo, ma commestibile. Marco Potì, abituato alle battaglie degli ultimi mesi su altri fronti, non si è fatto pregare e facendosi portavoce della popolazione costiera adriatica ha mosso i suoi rilievi agli uomini della Capitaneria di Porto che hanno segnalato il pericolo crolli della falesia e poi emesso un’ordinanza che inibisce la balneazione e la navigazione lungo un tratto costiero importante e particolarmente rinomato.
Per il sindaco, che ce lo aveva già anticipato ieri, l’allarme lanciato è stato eccessivo e il messaggio che ha raggiunto l’opinione pubblica addirittura devastante, quasi che un cataclisma potesse abbattersi sulla costa melendugnese nel futuro prossimo. Ma non è così – ha spiegato Potì – solo alcune zone sono potenzialmente a rischio, una minima percentuale rispetto al tratto costiero preso in considerazione e oggetto di divieto di accesso da parte dell’ordinanza della Capitaneria di Porto.
Melendugno è un Comune che vive di turismo, se si impedisce la fruizione della costa, allora la situazione diventerebbe drammatica. C’è già la crisi a creare grossi problemi, sul resto non si possono fare troppi sconti.
Ecco allora che arriva una task force messa a punto dal Comune, composta da tecnici e ed esperti del settore che nei prossimi giorni eseguirà dei sopralluoghi per accertare lo stato dell’arte e definire le zone realmente meritevoli di restrizione.
Intanto giovedì mattina in Provincia la riunione di coordinamento territoriale dovrà dare altre risposte alle tante domande. La prima ed impellente. Ci sarà l’estate quest’anno nelle più belle marine dell’Adriatico pugliese?