Non solo la violazione delle restrizioni per contenere l’epidemia da Covid19 e che impedivano gli spostamenti tra regioni, ma anche e soprattutto una bravata senza nessuna logica spiegazione, che è costata cara ad un’intera famiglia calabrese, padre madre e due figli entrambi minori, originaria precisamente della provincia di Cosenza, sorpresi ed immortalati dalle telecamere dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo e da diversi residenti a scorrazzare su dune e spiaggia.
Secondo i fatti, ricostruiti minuto per minuto, dal personale della Riserva Nazionale Porto Cesareo – prontamente intervenuto sul posto anche con l’ausilio dei droni e dai Carabinieri della Stazione locale, avvisati da diverse testimoni, le lancette dell’orologio segnavano all’incirca le 15 di ieri, quando il capofamiglia, alla guida di un grosso suv, una Range Rover modello Evoque, approfittando di un varco creatosi in un muretto a secco, apertosi a causa delle mareggiate invernali, nei pressi dell’accesso all’area antistante la Torre costiera denominata “La Chianca”, si è introdotto per due volte, schiacciando il cordone dunale, nella spiaggetta conosciuta con il nome de “l’Approdo”, confinante con il “Lido Tabù”.
L’auto, poi, quasi la spiaggia fosse la pista di un rally, ha iniziato a scorrazzare sulla sabbia bianca, apparentemente indisturbata, proprio sino al noto lido balneare, dove tra l’altro si è poi insabbiata costringendo gli occupanti a scendere e con impegnative manovre di disostruzione durate oltre un’ora, a liberarla, lasciando sull’arenile un fosso di diversi metri di diametro.
Il tutto naturalmente in spregio alla normativa vigente che salvaguarda e tutela litorale costiero, arenile e soprattutto flora e fauna. Per diversi minuti infatti, come documentano le immagini, riprese sia dal sistema di video-sorveglianza dell’Amp Porto Cesareo e denominato “Torre Costiere vedette della legalità”, il Suv ha percorso in lungo e in largo la spiaggia a grande velocità, attirando peraltro come ovvio che fosse, l’attenzione di cittadini che filmavano e condividevano sui social la bravata.
I militari dell’Arma, poi, hanno provveduto a rintracciare l’uomo, denunciato sia per non aver rispettato le norme di restrizioni anti-covid sia per deturpamento ambientale. Allo stesso è stata elevata una pesante sanzione amministrativa di 2700 euro.
