Perde la bambina, poi muore in Ospedale. La Asl: “quadro clinico complicato”

“L’interruzione di gravidanza è avvenuta naturalmente a causa delle critiche condizioni di salute della donna  e non per decisione dei medici”. La precisazione della Asl

Ospedale Vito Fazzi di Lecce, esterno (ph. Giuseppe Greco)

La gravidanza difficile, il ricovero in Ospedale e il drammatico epilogo. Il marito di Aissatou Bah, la 24enne della Guinea, morta dopo aver perso la sua bambina cerca delle risposte. Secondo il suo racconto, scritto nero su bianco nella denuncia querela, la donna – al quarto mese di gravidanza – dopo un malessere è stata ricoverata nel reparto di Ginecologia del Vito Fazzi per dei controlli più approfonditi, ma giorno dopo giorno le sue condizioni sarebbero peggiorate.

La prima data finita sotto i riflettori è quella del 10 giugno, quando la 24enne ha perso la bambina che portava in grembo. L’altra, drammatica, è quella del 14 giugno, quando l’uomo ha ricevuto la chiamata dall’Ospedale che gli comunicava il decesso della compagna. Raggiunto il nosocomio – si legge – avrebbe chiesto spiegazioni ai medici, ma i sanitari non gli avrebbero dato quelle risposte che cercava sulle cause della morte, tanto da chiedergli l’autorizzazione per procedere con un riscontro diagnostico, cioè l’autopsia interna.

La precisazione della Asl

Una storia drammatica, ma in attesa dei risultati degli approfondimenti richiesti dal Direttore del Reparto di Rianimazione del Fazzi, arriva una precisazione. «La donna, al quarto mese di gravidanza, è giunta nel Presidio Ospedaliero il 26 maggio accusando malessere generale. È stata ricoverata nei Reparti di Ostetricia e Ginecologia, Neurologia e Rianimazione e trattata da una équipe multidisciplinare di operatori, considerata la rarità e la complessità del quadro clinico che, fin dall’esordio, aveva interessato più organi. L’interruzione di gravidanza è avvenuta naturalmente il 10 giugno, a causa delle critiche condizioni di salute della donna e non per decisione dei medici, come erroneamente riportato» si legge nella nota.

Insomma, non sarebbero stati i medici a decidere di farla abortire per salvarle la vita, come scritto nell’esposto presentato all’autorità giudiziaria.

Al marito della donna e ai suoi cari il cordoglio della Direzione strategica.



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