Galatone, la denuncia della preside: “Ragazzini si buttano sulle auto in corsa”

La denuncia della Dirigente scolastica dell’istituto comprensivo polo 1 di Galatone, Adele Polo, è affidata a una missiva. Anche a Galatone sarebbe arrivata la “planking challenge”.

Una nuova segnalazione riaccende i fari sul fenomeno planking challenge: stavolta l’episodio si sarebbe registrato a Galatone dove “in via Aldo Moro un nutrito gruppo di ragazzini ha simulato la challenge di buttarsi volutamente sulle auto in transito, provando a posizionare i piedi sotto le ruote in movimento e aggredendo i veicoli con calci e pugni”.

A denunciarlo è la dirigente dell’istituto comprensivo polo 1 di Galatone, Adele Polo, in una lettera con cui porta all’attenzione del sindaco Flavio Filoni, dei cittadini e delle autorità, nuove segnalazioni dopo quelle registrate negli scorsi giorni a Gallipoli. La sfida consisterebbe nel gettarsi sui veicoli in movimento o stendersi a pancia in giù sulla strada in attesa della frenata dell’ignaro conducente per poi diffondere i filmati sui social. Ma non sono ancora chiari i contorni delle vicende: dopo i fatti denunciati a Gallipoli, la procura dei minori di Lecce ha aperto un’indagine per verificare l’attendibilità delle segnalazioni e la reale portata del fenomeno.

Intanto, la denuncia allunga la serie di atteggiamenti rischiosi che – ricorda la dirigente – “non sono nuovi per la nostra realtà cittadina”: tra questi, il lancio di pietre per frantumare le finestre della scuola, le intimidazioni nei confronti di una collaboratrice scolastica e l’abitudine di lasciare le bottiglie di vetro nei pressi degli istituti del comprensivo, che, trascinate dal vetro, si rompono diventando un pericolo per i bambini. L’accorato appello della dirigente è di coltivare abitudini sane e amicizie reali. Perché – afferma – “tutti hanno il diritto di vivere con sicurezza  in un paese e di circolare liberamente senza paure”. L’invito ai docenti è invece di avviare delle riflessioni in classe e di attivare con le famiglie un dialogo, “soprattutto quando in classe di rilevano disagi che possono far pensare a derive scolastiche, comportamentali, sociali”.



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