‘Era malvagio, girava armato’, la comunità pakistana condanna la violenza di via Duca degli Abruzzi

La comunità Pakistana condanna in modo unanime l’episodio avvenuto ieri sera in una macelleria di via Duca degli Abruzzi ‘conoscevamo bene quell’uomo, lo notavamo spesso girare armato e ha minacciato molte persone’.

Quando accadono episodi come quello avvenuto ieri sera in via Duca degli Abruzzi  una delle conseguenze è la paura che cresce tra i residenti che assistono con i propri occhi alla violenza, alle continue scene di ordinario far west. La strada ha fatto spesso parlare di sé e in molti casi è stata descritta come una zona off- limits in cui soprattutto nelle ore serali è preferibile non passare. E poco imposta se su quel tratto a due passi dal centro storico si affacciano molte attività commerciali, anche di prestigio.
  
La cronaca violenta non fa altro che rendere difficile la convivenza tra italiani e  stranieri accusati di essere i principali responsabili del degrado e della mancanza di sicurezza, sfiorando quasi l'intolleranza. Raramente, in questo clima, si pensa che anche gli "stranieri" che onestamente gestiscono la loro attività chiedono tranquillità.
  
«Per noi Lecce è una seconda casa, rispettiamo questa città e siamo i primi a voler dare una immagine diversa e pacifica  del posto in cui abbiamo scelto di vivere» ci confidando i rappresentanti della comunità Pakistana che non ci stanno a passare per violenti o  nullafacenti. La storia andata in scena poco prima del tramonto all'interno della macelleria è per loro un deja-vu «Siamo stati noi a segnalare a chi di dovere che quell'uomo finito sotto i riflettori girava spesso armato, chiedeva continuamente soldi e per ottenerli non esitava a minacciare. Ci sono cinque denunce di diverse persone che lo dimostrano» ci raccontano facendo trapelare il terrore in cui ero costretti a vivere. «quando ti trovi davanti ad una persona che ti punta una pistola – continuano – non hai la lucidità di pensare se sia un'arma vera o un giocattolo. Pensi solo che possa farti del male». E qualcuno con un po' di rabbia rincara «che cosa dobbiamo aspettare? Che "ci scappi il morto"?».
  
Ringraziano le forze dell'ordine i rappresentanti della comunità Pakistana che ora si sentono un po' più sicuri, ma l'incubo non è ancora finito. «Chiediamo che questa persona venga immediatamente allontanata, per la sicurezza nostra, delle nostre attività e delle nostre famiglie» concludono anticipandoci che chiederanno un incontro con il Prefetto per cercare di trovare una soluzione al problema sicurezza che è più comune di quanto si possa immaginare.



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