Picchia e minaccia la ex convivente di scioglierla nell’acido della vasca. Condannato a 3 anni e 8 mesi

Non solo, poiché il giudice ha disposto una provvisionale di 8 mila euro ed il risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima che si era costituita parte civile

Era accusato di avere minacciato la ex convivente di scioglierla nell’acido. Non solo, poiché sotto l’effetto di alcol e droga, le avrebbe spento una sigaretta sul braccio.
Il giudice monocratico Edoardo D’Ambrosio, al termine del processo conclusoni nelle scorse ore, ha inflitto la pena di 3 anni ed 8 mesi di reclusione, ad un 52enne di un comune alle porte di Lecce. Non solo, poiché il tribunale ha disposto una provvisionale di 8 mila euro ed il risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima che si era costituita parte civile con l’avvocato Maria Cristina Brindisino.

Il pubblico ministero, nel corso del processo, aveva invece chiesto la condanna a 2 anni.
L’imputato rispondeva dell’accusa di maltrattamenti in famiglia. Assistito dall’avvocato Giuseppe Milli potrà presentare ricorso in Appello.

L’inchiesta

I fatti si sarebbero verificati a Lecce, tra il 2015 e il 2016. Secondo l’accusa, il 52enne avrebbe ripetutamente maltrattato e picchiato l’allora convivente.

Alcuni episodi di violenza si sarebbero verificati nel periodo natalizio, tra le mura domestiche. L’uomo sotto effetto di sostanze stupefacenti e cocaina, avrebbe spinto la compagna contro la porta, provocandole lividi sulla schiena. E in un’altra circostanza, dopo averla sbattuta sul letto, le avrebbe spento una sigaretta sul braccio, minacciando di scioglierla nell’acido della vasca. E ancora, nel mese di gennaio, mentre si trovavano a trascorrere insieme un week end fuori regione, l’allora convivente, al culmine di una discussione in albergo, avrebbe tentato di soffocarla con un cuscino, minacciandola nuovamente con frasi del tipo: “Muori così non ti vedo più e mi metto l’anima in pace”
Infine, pochi giorni dopo, mentre si trovavano in macchina, l’uomo l’avrebbe ripetutamente insultata. E poi colpita con calci e pugni, afferrandola per i capelli e urlandole: “Muori, muori”.

La donna, a seguito dei ripetuti episodi di violenza subiti, si rivolse al Centro Antiviolenza “Renata Fonte”, presieduto da Maria Luisa Toto.



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