Trovata senza vita con quattro coltellate. La famiglia di Marianna Greco si oppone alla richiesta di archiviazione

Il gip designato dovrà fissare l’udienza camerale. In quella sede verrà discussa l’istanza presentata in queste ore dall’avvocato Francesca Conte.

La famiglia di Marianna Greco non si arrende e presenta l’istanza di opposizione dopo la richiesta di archiviazione della Procura. Dunque, il gip designato dovrà fissare l’udienza camerale. In quella sede verrà discussa l’istanza presentata in queste ore dall’avvocato Francesca Conte.

Invece, come riportato in una altro articolo, il pm Simona Rizzo che ha ereditato il fascicolo d’indagine dal pm Stefania Mininni, ha chiesto l’archiviazione per il caso di Marianna Greco, 37enne di Novoli, trovata morta il 30 novembre 2014, con i segni di quattro coltellate alla gola nel letto matrimoniale della sua casa di Novoli. Era toccato alla mamma fare la tragica scoperta: notare sul collo della figlia i segni delle coltellate. Quattro tagli che non le hanno lasciato scampo e che hanno sollevato fin dall’inizio una serie di dubbi sull’ipotesi del suicidio.

Si tratta della seconda richiesta di archiviazione, dopo quella di alcuni anni fa.

Per la Procura “cade” l’accusa di omicidio volontario nei confronti del marito (dopo l’iscrizione nel registro degli indagati), difeso dagli avvocati Antonio Tommaso De Mauro e Luigi Rella.

Di tutt’altro avviso sono invece i familiari di Marianna. A partire dall’autopsia. L’esame – disposto nei mesi scorsi dalla Procura per cercare di chiarire i tanti dubbi sollevati dalla famiglia che non ha mai creduto alla tesi del suicidio – è stato eseguito dai medici legali Roberto Vaglio (che ha poi rinunciato all’incarico, n.d.r) e Francesco Introna.
Secondo i consulenti della Procura, dagli accertamenti autoptici non sarebbero emersi “segni di difesa“, compatibili con una colluttazione.

I familiari di Marianna Greco si erano, invece, affidati al consulente di parte Giuseppe Fortuni che nella relazione sottolinea elementi oggettivi di segno contrario degni di nota quali: ferite da taglio alle dita delle mani, ematoma al palmo della mano destra, un’unghia spezzata del dito medio e un labbro superiore lesionato etc. che fanno presagire che un tentativo di difesa, invece, possa esserci stato.

E poi, a luglio del 2017 erano riemersi, custoditi in un barattolo, alcuni organi del collo ritrovati durante le operazioni peritali. Pertanto, i legali della famiglia ed il CTP Prof Adriano Tagliabracci richiedevano l’esame del DNA per appurare che appartenessero a Marianna Greco. L’accertamento veniva prima autorizzato e poi revocato.

Infine, viene evidenziato come gli accertamenti del RIS sui prelievi subungueali, sono stati eseguiti a distanza di 2 anni e mezzo dal decesso, di modo che qualsiasi eventuale presenza di DNA maschile sarebbe già inesorabilmente decaduto ed impossibile da ritrovare.

Riguardo gli aspetti informatici viene invece evidenziato dalla difesa come l’inquinamento probatorio ha impedito di ricostruire alcuni aspetti significativi della vicenda.

Intanto, come afferma l’avvocato Francesca Conte: “La Famiglia Greco, fiduciosa nell’operato della Magistratura, insiste affinchè molti elementi rilevanti, oggettivi ed inconfutabili cristallizzati nelle indagini vengano riconsiderati e venga accertata la verità sulla morte della congiunta. Troppi dubbi permangono in questa intricata quanto drammatica vicenda che potranno essere risolti solo con i dovuti approfondimenti investigativi.”.



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