Emma, Marcello e Francesco. Sono questi i nomi, scritti nero su bianco, nella lettera piena di rabbia e dolore indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sono i figli di Mario Margari, un imprenditore di Casarano che ha perso (o sta per perdere) tutto il patrimonio costruito in una vita di impegni e sacrifici.
Ma per capire perché questi tre figli si sono rivolti alla più alta carica dello Stato bisogna andare con ordine e raccontare la storia della famiglia. Una storia più comune di quanto si possa immaginare, ma che spesso resta ‘nascosta’ tra le mura di casa, lì dove si vivono le gioie, i fallimenti, le sfide, le vittorie e le sconfitte quotidiane. Anche Emma, Marcello e Francesco sono stati a lungo zitti prima di capire che, forse, era arrivato il momento di parlare, di raccontare quello che definiscono il gioco perverso delle banche unito alla ottusità di certi provvedimenti giudiziari. Provvedimenti che – come si legge – da un momento all’altro privano la famiglia di tutto il suo patrimonio, persino del cinema locale, l’unico che esiste in questa importante città del Salento che è Casarano.
«Sino a ora abbiamo mantenuto il silenzio nel rispetto delle procedure in corso, ma evidentemente è arrivato il momento di parlare e spiegare tante cose. Lo scopo della nostra presa di posizione – dice Francesco – è di rendere pubblico il funzionamento sbagliato del nostro sistema che danneggia i cittadini». Il ‘sistema sbagliato’ è il cuore della lettera indirizzata al Capo delle Stato in cui questi tre fratelli hanno spiegato tutte le vicende giudiziarie che hanno portato il padre a subire un decreto di bancarotta per un debito di 800 mila euro a fronte di un patrimonio stimato dagli stessi periti del Tribunale in 7 milioni.
«La vita di qualsiasi imprenditore è fatta di una sequenza di scelte, alcune giuste ed alcune sbagliate. Quella di nostro padre, Mario Margari, è la storia di molti piccoli imprenditori che, con sacrifico e correttezza, hanno costruito una fortuna, trascurando loro stessi e le loro famiglie, riuscendo così a costruire le loro fortune e contribuendo alla rinascita di un paese negli anni del boom economico. Successi ottenuti senza aiuti politici o aiuti economici caduti dall’alto, senza collusioni con nessun centro di potere, con la massima correttezza ed umiltà, giorno dopo giorno. L’unico ringraziamento dovuto è per le migliaia di clienti che, negli anni, hanno dato fiducia a nostro padre, permettendogli di raggiungere risultati impossibili da immaginare» si legge.
Ora, però, tutti i beni saranno messi all’asta, compresa la casa. Qualcosa non ha funzionato, quindi. «Le ipoteche che gravando sull’intero patrimonio – si legge – di fatto impediscono a questo imprenditore di procedere di sua spontanea volontà a vendere alcuni beni e poter saldare (come è giusto che sia) il suo debito verso i creditori».
Nella missiva finiscono sotto accusa anche gli ‘interessi bancari sui prestiti esosi’, al limite dell’usura sostengono Emma, Francesco e Marcello. Interessi che ‘stritolano’ le attività, che le condannano a ‘morire’.
«La questione trattata riguarda la nostra famiglia – riprende Francesco – ma interessa migliaia di famiglie e operatori italiani che rimangono intrappolati nelle maglie di una giustizia mal funzionante e di un sistema bancario opprimente e vessatorio». Per questo invocano la sensibilità del Presidente Mattarella, perché con il suo intervento venga restituita serenità perduta alla famiglia Margari e la dignità finora calpestata, consentendole di gestire in proprio, senza forzature della banca e degli atti giudiziari, il versamento di quanto dovuto.
Questo, anche per fare chiarezza verso tutti, verso i tanti cittadini di Casarano che si sono chiesti cosa ci fosse dietro le voci sulle vicissitudini di questa famiglia e dietro al perché fosse stato chiuso il cinema che Mario gestiva sino a pochi mesi fa.
