Feto nascosto nell’armadio: giovane madre ottiene la “messa alla prova”

La giovane dovrà lavorare e prestare servizio di volontariato, per un periodo di 1 anno e 2 mesi, per poter ottenere l’estinzione del reato.

Ottiene la “messa alla prova” la giovane madre, accusata di aver nascosto il feto privo di vita del figlio nell’armadio. Il gup Aristodemo Ingusci (con il consenso del pm Anna Carbonara) ha accolto l’istanza. La ragazza (17enne all’epoca dei fatti) ha presentato, attraverso l’avvocato Fabrizio Tommasi e di concerto con i servizi sociali, un programma di “riabilitazione”. La giovane dovrà lavorare e prestare servizio di volontariato per un periodo di 1 anno e 2 mesi.

Nel caso in cui la messa alla prova dovesse andare a buon fine, otterrebbe l’estinzione del reato.

Il processo in Corte d’Assise

Parallelamente, la giovane madre ha chiesto, nei mesi scorsi, di costituirsi parte civile “contro” la sorella e il cognato. È accaduto nel corso della prima udienza del processo in Corte d’Assise a carico dei parenti della 18enne di Squinzano. Al termine della camera di consiglio, i giudici in composizione togata e popolare hanno rigettato l’istanza.

In precedenza, il difensore dei due imputati, l’avvocato Maurizio Scardia, si era opposto alla richiesta. La sorella 27enne ed il cognato di 46 anni rispondono delle ipotesi di reato di “infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale” e “occultamento di cadavere”, in concorso con la madre 17enne, all’epoca dei fatti.

L’inchiesta

Non è “caduto”, dunque, al momento, il grave capo d’accusa d’infanticidio, nonostante l’esito dell’autopsia. Il medico legale Ermenegildo Colosimo, infatti, ha stabilito che il corpicino era senza vita, con il cordone ombelicale, di circa 80 cm, annodato intorno al collo, quando la giovane madre ha partorito all’interno della casa alla periferia di Squinzano.

La Procura contesta ugualmente tale reato a carico dei tre indagati, “versando la minore in condizioni di abbandono materiale e morale connesse al parto”.

Il feto privo di vita di sesso maschile, nascosto nell’armadio, venne rinvenuto nel febbraio del 2017. Qualche giorno dopo, la ragazza si era presentata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Copertino a causa di una forte emorragia. La visita ginecologica non aveva lasciato spazio a dubbi: la giovane aveva dato alla luce un bambino, da poco tempo.



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