Avrebbe svelato i “segreti” delle indagini, sospeso un finanziere infedele

C’è anche un finanziere “infedele” nelle carte dell’inchiesta delle Fiamme Gialle. È accusato di aver ‘rivelato’ informazioni riservate sulle indagini in corso.

Tre i filoni dell’indagine della Guardia di Finanza che ha fatto tremare il mondo dell’imprenditoria salentina. Il primo riguarda un finanziamento pubblico per la realizzazione di un albergo a Santa Cesarea Terme, ottenuto anche grazie all’uso di fatture “false”, per operazioni inesistenti. Il secondo riguarda la gestione dei centri di accoglienza dei migranti richiedenti asilo. Il terzo, quello delle frodi finalizzate ad evadere l’Iva, si concentra sul meccanismo del cosiddetto reverse charge.

Ma nelle carte dell’inchiesta spunta anche il nome di un finanziere “infedele” accusato di aver fornito dati e notizie riservate, coperte dal segreto istruttorio, anche sulle indagini svolte dai colleghi. Informazioni che dovevano rimanere segrete, ma che sono state confidate ad un imprenditore salentino (indagato) e al fratello Guido, uno dei 7 finiti nei guai.

Il ruolo del finanziere infedele

Secondo quanto scritto nell’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari, Italo Cozza, il militare delle Fiamme Gialle in servizio presso la Compagnia di Otranto (ora sospeso), avrebbe inviato messaggi al fratello e anche ad un imprenditore per informarli delle indagini in corso. “Dilli allu G. ca il controllo IVA 2016 e 2017 è ancora aperto, secondo me è strano” si legge in un whatsapp.

Come scritto nel documento del Gip, il militare per procurarsi le informazioni sarebbe entrato in un ufficio chiuso a chiave, in teoria a lui inaccessibile, dove avrebbe scattato diverse foto. 60, poi trasferite sul computer, contenevano le trascrizioni delle conversazioni telefoniche intercettate, ritenute ‘interessanti’ dal punto di vista investigativo. Non solo, avrebbe anche consultato i terminali della Guardia di Finanza collegati con l’Anagrafe Tributaria al fine di acquisire notizie riservate e riferirle al fratello Guido – raggiunto dal divieto di esercitare l’attività imprenditoriale – e all’imprenditore indagato.

«Senza crearsi nessuno scrupolo», si legge avrebbe comunicato notizie riservate sulle indagini all’imprenditore, incontrandolo nell’ufficio della sua società quando risultava in servizio.

I tentativi di alleggerire la sua posizione

Quando si è insinuato il sospetto di essere stato scoperto, l’appuntato avrebbe cancellato il contatto telefonico dell’imprenditore e le chat WhatsApp per “eliminare le tracce e eludere il controllo”. Il militare, nel 2020, avrebbe cercato notizie sulla sua posizione parlando con un maresciallo, in servizio presso il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce e all’epoca dislocato presso la Procura della Repubblica. Non solo, avrebbe anche contattato su il precedente Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Otranto allo scopo di attenuare il suo coinvolgimento nelle vicende oggetto di indagine. Infine, avrebbe chiesto notizie in merito a eventuali esposti pervenuti sul conto un legale rappresentante di un resort di Santa Cesarea Terme, ad un collega impiegato nell’ufficio protocollo della Compagnia della Guardia di Finanza di Otranto.

Rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, truffa aggravata ai danni dello Stato e violata consegna da parte di militare di servizio. Queste le accuse contestate all’appuntato, originario di Santa Cesarea Terme, raggiunto dalla misura della sospensione delle funzioni.