
24 luglio 2000. Sembra una notte d’estate come tante, anche in quel tratto di mare che, di giorno, vanta colori bellissimi, sfumature di blu che incantano i turisti. Sembra, perché la calma è solo apparente. Non sono anni facili. Una volta calato il buio, le acque si animano di potenti imbarcazioni cariche di vite umane, di “disperati” che dall’Albania tentano di raggiungere le coste del Salento. Una scena che si è ripetuta anche quel giorno. L’orologio aveva da poco segnato le 4.00, quando alcuni migranti curdi sono stati “scaricati” in fretta e furia da un’imbarcazione che, terminato il viaggio della speranza, si sarebbe allontanato luci spente. Questa volta non è andata così. Ad assistere alla scena c’è un gommone della Guardia di Finanza con quattro uomini in divisa a bordo. Ancora non lo sanno, ma per due di loro – Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola – si tratta degli ultimi momenti di vita.
Può capitare, durante un turno, di ritrovarsi davanti agli occhi qualche “traghetto” pieno di anime speranzose, quello che nessuno poteva immaginare è la risposta che quella notte hanno avuto i traghettatori.
Gli scafisti che avevano fatto sbarcare i clandestini non lontano dalla Grotta Zinzulusa si accorgono della presenza dei finanzieri e scappano, senza curarsi che tre curdi erano rimasti a bordo.
L’imbarcazione scappa via, a gran velocità, seguita dal gommone delle Fiamme Gialle. Ad un certo punto, durante l’inseguimento, i malviventi escogitano un piano per evitare di finire in manette. Sarà la fine.
Anziché continuare la fuga, che (probabilmente) gli sarebbe anche potuta riuscire, invertono la rotta edecidono di puntare l’imbarcazione contro quella della Guardia di Finanza. È stato un attimo, questione di secondi.
I malviventi si gettano in acqua un attimo prima dell’impatto, lasciando alla loro sorte i tre curdi. I finanzieri non hanno il tempo di realizzare quello che sta per accadere. Colpiti in pieno, finiscono in acqua. Una sequenza drammatica
Per Daniele Zoccola, 22enne di Salerno, non ci sarà più nulla da fare. Il suo corpo, ormai senza vita, era stato trovato dal Maresciallo che era con lui quella. Lo aveva sorretto, in attesa dei soccorsi, ma aveva dovuto lasciarlo andare provato dalla stanchezza e dalle ferite riportate nello scontro. Lo ritroveranno i sommozzatori, impegnati nelle ricerche. Vane furono per il collega e amico De Rosa, 26enne di Napoli. Il suo corpo non sarà mai più ritrovato. Mancano all’appello anche due extracomunitari che, cercando la libertà, hanno trovato la morte.
Gli altri due finanzieri, rimasti feriti, riusciranno a salvarsi.
I destini di inseguitori e fuggiaschi si sono incrociati di fronte ai riflessi blu della grotta della Zinzulusa.
I due scafisti albanesi furono arrestati qualche giorno dopo e condannati per omicidio volontario.