Come alla fine degli anni 90 il Salento riuscì ad inventare quasi dal nulla la sua identità, così oggi ha bisogno di recuperare percorsi di promozione per rendere giustizia alla sua immagine di terra in grado di raccontare storie e vissuti. Fu una fortuna per il turismo che circa 20 anni divenne un’industria vera e propria tanto da portare anche da noi in Puglia al boom di agriturismi e bed and breakfast, oltre che alla nascita di una costellazione di ristoranti e attività di enogastronomia.
Merito probabilmente di un’azione congiunta di marketing, svolta dalle amministrazioni locali, e da quelle intermedie, da imprenditori coraggiosi e da agenzie di sviluppo come i GAL.
Ogni processo di marketing territoriale, tuttavia, ha bisogno di un modello di sviluppo che tenga conto delle caratteristiche dei luoghi, e delle opportunità che essi offrono.
Un piano d’azione valido ha bisogno di una particolare conoscenza dei territori, per poter elaborare una strategia valida e in grado di andare oltre il perimetro ristretto delle comunità, capace cioè di passare da una logica di campanile ad una logica di sistema. Un modello in grado di costituire un riferimento per tutte le comunità confinanti, perché il turismo non è un fatto di economia ma una questione principalmente morale.
