Giornata contro la violenza sulle donne, Nardò dedica una panchina rossa a Renata Fonte

Tante le iniziative previste a Nardò in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ci sarà anche una marcia tra sette opere d’arte “sfregiate”.

La panchina rossa è diventata un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Un modo per non dimenticare chi non c’è più, per “occupare” il vuoto che ha lasciato, ma anche per dare coraggio alle altre vittime, per farle sentire meno sole e invitarle a denunciare, prima che possa essere troppo tardi. Una panchina rossa sarà dedicata, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Renata Fonte, in modo che chiunque passi dal Belvedere, a Portoselvaggio, possa ricordare l’eroina ambientalista che ha pagato con la vita la sua battaglia contro la speculazione edilizia. L’ex Assessore del Comune di Nardò è stata assassinata nella notte del 31 marzo 1984, con alcuni colpi di pistola mentre stava tornando a casa. Aveva appena 33 anni.

Una Panchina rossa dedicata a Renata Fonte a Portoselvaggio

Giovedì 25 novembre, l’associazione di promozione sociale «Flow, Libere Espressioni» ha organizzato una manifestazione per illustrare il senso dell’iniziativa e presentare alla città la panchina, realizzata da Level Project con il contributo artistico della calligrafa Marta Lagna. Una iniziativa, in un giorno altamente simbolico, per rinsaldare il fortissimo legame con il parco di Portoselvaggio di una donna simbolo dell’impegno civile e politico.

Interverranno il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco Pippi Mellone, l’assessore ai Parchi Andrea Giuranna, l’assessora alla Cultura e Istruzione Giulia Puglia, l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni, il presidente del Tribunale di Lecce Roberto Tanisi e l’avvocato Antonio Palumbo.

Sono previsti un reading poetico a cura di Carla Casolari, autrice dell’installazione “Invasioni Letterarie” che farà da cornice alla panchina, e una performance musicale a cura del maestro Cesare Dell’Anna.

La mostra “Bellezza violata” e il contest per le scuole

Sarà presentata anche la mostra “Bellezza violata”, sempre a cura di Flow Libere Espressioni, con nove tele realizzate con tecnica mista e dedicate alle donne che hanno la pelle graffiata dalla violenza dei loro uomini. La mostra sarà allestita negli uffici del settore Cultura, all’ex convento dei Carmelitani.

Alla giornata sono stati invitati, inoltre, i dirigenti scolastici degli istituti di istruzione “Vanoni”, “Moccia”, Galilei” di Nardò e “Don Tonino Bello” di Tricase, ai quali verrà illustrato il contest “Bellezza non Violenza”.

Con questo contest, Flow Libere Espressioni e Level Project hanno deciso di supportare, con una logica di responsabilità sociale e imprenditoriale, la riflessione sul fenomeno, coinvolgendo le scuole. Gli studenti si impegneranno con gesti concreti (cioè realizzando una foto, un video, un’immagine artistica o una poesia) a riflettere sul tema della violenza di genere e sul ruolo della bellezza che va rispettata e tutelata in ogni sua forma, anche attraverso l’uso corretto della parola, del gesto, dell’osservazione e dell’ascolto.

La marcia

Non solo, è in programma anche una marcia che prenderà il via, alle ore 17.00, da piazza Diaz e si fermerà alle 18.00 circa sulla “villa” di via XX Settembre, davanti alla panchina rossa voluta due anni fa dalla Commissione per le Pari Opportunità come simbolo della lotta alla violenza di genere.

Lungo il tragitto è prevista l’installazione di sette tele. Sette volti di celebri opere d’arte: la “Monna Lisa” di Leonardo (1503), “Marylin Monroe” di Andy Warhol (1962), la “Ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer (1665), la “Dama con l’ermellino” sempre di Leonardo (1488), la “Venere” del Botticelli (1485), la “Jeanne Hébuterne” di Modigliani (1918) e  l’“Autoritratto” di Frida Khalo (1946). Il “messaggio” dell’iniziativa è rappresentato dalla scelta di “sfregiare” i volti delle donne dipinte ed è sintetizzato dallo slogan “La donna è un’opera d’arte, rispettala”.

«La violenza di genere – spiega l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni – nasce quasi sempre da un contesto di isolamento della donna, per cui è fondamentale rendere il tema visibile, attuale, sempre molto presente. La marcia, così come ogni altra iniziativa, è una manifestazione molto più che simbolica e parteciparvi è doveroso. Invito tutti a farlo, a dare un segnale. Nessuno può far finta di niente di fronte a un fenomeno in continua crescita, che in Italia fa registrare 89 episodi di violenza di genere ogni giorno e 109 femminicidi all’anno. Occorre fermare le lacrime, le urla e il dolore silenzioso di donne ferite nel corpo e nell’anima».