Tentano di investire gli agenti e si danno alla fuga, denunciato il passeggero

Due ragazzi non si sono fermati all’alt della Polizia e si sono dati alla fuga. Dopo un breve inseguimento, uno dei due è¨ stato fermato e denunciato dagli agenti

Da una richiesta di fermo per un casco mancante, ad un inseguimento pericoloso tra le vie della città. Questo è quanto successo ieri pomeriggio nel capoluogo salentino e che ha portato al deferimento del passeggero già noto alle Forze dell'Ordine

Due amici erano fuggiti, a bordo del loro scooter, all’alt della Polizia facendo scatenare un inseguimento mozzafiato che si è concluso con il fermo solo di uno dei due. Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, una volante della Squadra Mobile di Lecce, transitando in via A. Da Taranto, ha notato questo ciclomotore nero che andava a forte velocità.

Considerato che il passeggero era sprovvisto di casco, al conducente è stato intimato di fermarsi per effettuare un controllo ma, alla vista degli agenti, ha accelerato l’andatura in direzione di via Basento, mettendo in serio pericolo gli operatori che a causa della manovra repentina hanno rischiato di essere investiti.

I poliziotti si sono subito messi all’inseguimento dei due, che hanno terminato la loro corsa in un vicolo cieco, quindi hanno cercato di effettuare un’inversione di marcia, tentando  nuovamente di investire gli agenti per riprendere la fuga.

Senza perderli mai di vista, i poliziotti hanno inseguito i due ragazzi, ma lungo la corsa il passeggero, sceso dallo scooter, si è dato alla precipitosa fuga a piedi verso il Coni di via Giammatteo mentre l’autista dello scooter ha fatto perdere le sue tracce verso le vie del quartiere Santa Rosa.

Il ragazzo fuggito a piedi, è stato inseguito e raggiunto in via Bormida ed identificato per G. F., 36enne leccese. Da successivi accertamenti si è accertato che G.F., oltre ad annoverare numerosi precedenti era stato colpito da avviso orale del Questore emesso lo scorso anno. In merito al fuggitivo, non veniva fornita alcuna spiegazione, anzi il fermato sosteneva solo di conoscerlo in quanto lavora nella stessa azienda, ma non ne forniva il nome. Alla luce di quanto emerso  G.F. è stato deferito all’Autorità Giudiziaria competente per il reato di resistenza e favoreggiamento personale.