Arriva l’assoluzione, dopo una richiesta di condanna a 3 anni di reclusione, al termine del processo a carico di un imprenditore di Nardò, accusato di caporalato.
Nelle scorse ore, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Bianca Todaro) hanno assolto Marcello Corvo, 65 anni di Nardò, con la formula perché “il fatto non sussiste”.
Il pm Donatina Buffelli, al termine della requisitoria, aveva invocato 3 anni di reclusione. Marcello Corvo era accusato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro i prossimi 90 giorni.
Va detto che Marcello Corvo, amministratore unico di un’azienda agricola specializzata in coltivazione e raccolta di angurie, era stato arrestato ed era finito ai domiciliari il 26 luglio 2019 a conclusione di una vasta operazione dei carabinieri, di contrasto al caporalato nelle campagne neretine.
Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe assunto e impiegato nove braccianti stranieri (sette di nazionalità tunisina e due algerini), con permesso di soggiorno, sottoponendoli a condizioni di lavoro estreme. Nello specifico, sostiene la Procura, i braccianti avrebbero lavorato da fine di giugno 2019 fino al giorno dell’arresto, tutti i giorni compresi i festivi, per dieci ore al giorno con una retribuzione “a cottimo” di un euro per ogni quintale di angurie raccolte.
Le accuse sono cadute al termine del processo.
L’imputato era assistito dagli avvocati Francesco Galluccio Mezio ed Anna Sabato.
