Le immagini dell’incendio scoppiato a Santa Cesarea Terme hanno descritto più delle parole l’inferno vissuto nel pomeriggio del 2 ottobre, quando il fuoco ha rischiato di distruggere il Malé, una delle discoteche più note della costa adriatica e quasi cancellato la pineta, mandando un fumo diversi ettari di vegetazione. Spento anche l’ultimo focolaio, resta l’amarezza e la necessità di capire se a causare il rogo sia stata la mano dell’uomo, approfittando del forte vento che stava soffiando in quelle ore sul Salento. Se sia una casualità o meno non è dato saperlo, ma nelle giornate come quella di lunedì non è facile per i Vigili del Fuoco, il personale Arif e della Protezione Civile gestire il fuoco che si alimenta con la tramontana. Fortunatamente non si sono registrati feriti, l’unica conta sarà quella dei danni.
Nel day-after c’è anche la riflessione dei consiglieri del gruppo “Guarda Oltre” – Claudio Mangia, Salvatore Cazzato, Emanuele Pispico – che, senza nascondere l’arrabbiatura – «siamo arrabbiati», scrivono testualmente nella nota – puntano il dito contro l’amministrazione comunale. «È il momento della verità, di ammettere di aver compiuto degli errori. Il Sindaco e i suoi consiglieri, che amministrano Santa Cesarea Terme da 11 anni, non hanno fatto nulla per impedire questa tragedia annunciata. Non solo decine di alberi secolari, veri e propri monumenti del nostro territorio, sono stati distrutti ma non è stata garantita la sicurezza minima ai cittadini. Se quanto accaduto fosse successo in estate, non osiamo immaginare quanto più gravi sarebbero state le conseguenze», si legge.
Non è solo una chiamata alla “responsabilità”. I consiglieri chiedono chiaramente al primo cittadino, Pasquale Bleve, di dimettersi. «Lo deve fare – continuano – perché nessuno ha controllato che l’ordinanza di pulizia dei terreni sia stata rispettata: se i terreni fossero stati adeguatamente curati, l’incendio non si sarebbe propagato così velocemente. Da mesi, inoltre, segnaliamo l’incuria del Parco Robinson, uno dei luoghi distrutti dalle fiamme, la cui proprietà è comunale e la cui mancata manutenzione è ancora più inaccettabile. Così come segnaliamo l’erba secca e i roghi che infestano via Belvedere, luogo dell’incendio. Nessuno ha fatto nulla per impedire una tragedia annunciata da anni e dai numerosi incendi verificatisi, gli ultimi dei quali sono avvenuti il 18, il 19, il 30 agosto e il 9 settembre».
