Incendio ed estorsione ai danni di un ristorante di Gallipoli. Archiviazione per i quattro indagati

Il gip, nell’ordinanza di archiviazione, sostiene che quanto emerso dalle indagini non sia sufficiente per sostenere l’accusa in giudizio.

Arriva l’archiviazione dell’inchiesta per l’attentato incendiario ad un locale del centro di Gallipoli. Il gip Giulia Proto, al termine dell’udienza camerale, ha accolto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero Donatina Buffelli sul rogo al ristorante “Osteria La Riviera” avvenuto il 13 agosto del 2019.

Sono state archiviate, “per non aver commesso il fatto“, le posizioni dei fratelli gallipolini: Marco Greco, 51enne, titolare del locale adiacente “Cafè del Mar” e Marcello Greco, 55enne, titolare del ristorante “Buena Vista”; Nicola Borrega, 44 anni di Gallipoli (cognato di Marco Greco); Petre Enea, 39enne di origini rumene, domiciliato a Lecce. Rispondevano delle accuse di incendio aggravato ed estorsione.

Il gip, nell’ordinanza di archiviazione, sostiene che quanto emerso dalle indagini non sia sufficiente per sostenere l’accusa in giudizio, sottolineando che “i meri sospetti e le coincidenze, per quanto indizianti, dovevano essere approfonditi con ulteriori ed accurate indagini: attività tecniche che dovevano essere disposte nell’immediatezza dei fatti in quanto oggi non avrebbe più alcun senso monitorare tutte le persone che potevano essere a conoscenza dei fatti, primi tra tutti, gli indagati“.

Nicola Borrega e Marco Greco sono difesi dall’avvocato Renato Magni. Invece, Marcello Greco è assistito dall’avvocato Speranza Faenza .
Il legale rappresentante de “L’Osteria La Riviera” (parte offesa nel procedimento) è difeso dall’avvocato Riccardo Giannuzzi ed aveva presentato opposizione alla richiesta di archiviazione.

Le accuse

Secondo l’accusa, Marco e Marcello Greco, titolari di esercizi commerciali adiacenti al ristorante “Osteria La Riviera”, assieme a Nicola Borrega, commissionarono il raid incendiario. L’autore materiale dell’attentato, durante la notte, mandò in frantumi la finestra laterale del locale con un sasso. E poi, incendiò sedie, tavoli e infissi, spargendo del liquido infiammabile. I sospetti si concentrarono presto su Marcello Greco, dopo che il Consiglio di Stato aveva rigettato una sua richiesta di sospensione urgente dell’attività de “l’Osteria La Riviera”. In seguito all’incendio, i proprietari di quest’ultima furono costretti ad interrompere temporaneamente l’attività e a chiudere la parte del locale con vista sul mare.
Accuse “cadute”, come detto, dopo l’archiviazione disposta dal gip.