Maxi inchiesta per corruzione, tra Bari e Lecce. Giudice dispone 7 misure cautelari

Nei confronti di Alessandro Delli Noci (per il quale la Procura aveva chiesto i domiciliari), il gip  non ha disposto alcuna misura. Va detto, dopo la richiesta di arresto si era dimesso dalle cariche di assessore e di consigliere regionale.

Questa mattina, i finanzieri del capoluogo salentino stanno eseguendo l’ordinanza di custodia cautelare del gip Angelo Zizzari, nell’ambito di una maxi inchiesta per presunta corruzione, tra Lecce e Bari.

Disposto il carcere, come richiesto dai pm Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, per l’imprenditore Alfredo Barone, 69 anni, di Biella (ex sindaco di Parabita). Disposti i domiciliari per l’imprenditore Marino Congedo, 82 anni, di Galatina e per Maurizio Laforgia, ingegnere barese (anche per loro i pm avevano chiesto i domiciliari).

Secondo il gip, per Barone e gli altri imprenditori raggiunti da misura cautelare, tra cui Marino Congedo (disposti i domiciliari, poiché ultrasettantenne) c’è il rischio di reiterazione del reato “potendo gli stessi se lasciati liberi, intraprendere la gestione (palese od occulta) ancora di nuove attività di impresa, avvalendosi ancora, peraltro, della possibilità, anche per il mezzo di liberi professionisti, di avere accesso ad atti amministrativi o di avvicinare dipendenti e funzionari”.

Invece, nei confronti di Alessandro Delli Noci (per il quale la procura aveva chiesto i domiciliari), il gip non ha riconosciuto la sussistenza delle esigenze cautelari e non ha disposto alcuna misura cautelare. Va detto, che dopo la richiesta di arresto, Delli Noci ha presentato le dimissioni da assessore regionale allo Sviluppo Economico e da consigliere regionale.

Disposta la misura interdittiva per quattro persone.  Si tratta di: Italia Santoro, 61 anni, di Lecce, segretaria di Barone (per la quale erano stati richiesti gli arresti domiciliari). E poi per: Michele Barba, 49 anni, di Gallipoli; Corrado Congedo, 62 anni, anch’egli leccese; Giovanni Rapanà, 64 anni, leccese.

Ricordiamo che il 10 e 11 giugno si sono svolti gli interrogatori preventivi che hanno riguardato 11 persone.

Gli indagati rispondono a vario titolo delle accuse di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa e frode di finanziamenti pubblici legati ai Programmi Integrati di Agevolazione (PIA), destinati a supportare gli investimenti delle PMI. Secondo la Procura,  tra gli obiettivi dell’associazione, vi erano il consolidamento e l’incremento del potere economico imprenditoriale nell’ambito dell’edilizia residenziale ed il condizionamento dell’azione amministrativa dei comuni di Lecce, Surbo e Gallipoli e della Regione Puglia. Tra i progetti finiti sotto la lente della Procura compaiono quelli co-finanziati dalla Regione Puglia, nell’ambito del “Pia Turismo”,  come “Stimmatine” e “Santa Lucia”.