Il Riesame rigetta i ricorsi di due indagati, nell’ambito dell’inchiesta su sanità e politica che, nei giorni scorsi, ha portato ad arresti e ad una serie di misure cautelari. Il collegio (presidente e relatore Carlo Cazzella, a latere Pia Verderosa e Anna Paola Capano) ha rigettato il ricorso per Antonio Renna, già commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica. I giudici hanno detto no alla revoca della misura dei domiciliari chiesta dai suoi legali, anche in virtù del fatto che Renna si sia dimesso da tutte le cariche. L’indagato è difeso dagli avvocati Luigi Covella e Francesco Fasano e nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Antonio Renna, ex sindaco di Alliste e all’epoca dei fatti commissario straordinario unico dei Consorzi di Bonifica – come si legge nell’ordinanza a firma del gip Simona Panzera– è considerato dagli inquirenti la longa manus di Ruggeri, un fedele esecutore dei suoi progetti. L’assessore – si legge – con la nomina di Renna dopo le dimissioni di Alfredo Borzillo, avrebbe potuto far assumere le persone che ‘sponsorizzava’ come se agisse su una scacchiera, come se il consorzio fosse l’ennesimo bacino elettorale e lo strumento per mantenere il suo potere politico nel Salento.
Basti pensare al rinnovo del contratto come Direttore dell’Area Amministrativa del Consorzio di Arneo per la figlia di un amico in cambio di pesce di qualità, cene, aragoste e bottiglie di Berlucchi rosè o del marito di una compagna di partito come geometra a Ugento di Foggi nonostante non avesse né i titoli né la preparazione (“non ha detto una parola”).
La difesa ha, invece, sostenuto l’insussistenza del reato di corruzione propria, poiché il pesce e le altre prelibatezze sono state recapitate direttamente a Ruggeri, il quale ha consegnato poi una busta a Renna.
In merito al concorso “incriminato”, invece, la difesa respinge l’ipotesi di reato di falso, poiché nell’inchiesta si parla di un’attribuzione di punteggio, ritenuta dubbia, e per la quale al massimo si configurerebbe il reato di abuso di ufficio.
I legali, dopo, la decisione del Riesame, una volta depositate le motivazioni, presenteranno ricorso in Cassazione.
Il Riesame ha inoltre confermato il divieto di dimora per il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi (sospeso dalla carica come disposto dalla Prefettura). Gli avvocati Gianluca D’Oria e Mauro Finocchito chiedevano invece la revoca della misura e dopo il deposito delle motivazioni presenteranno ricorso in Cassazione.
Pierpaolo Cariddi, neo-eletto sindaco di Otranto, sospeso dalla Prefettura sulla base della Legge Severino, rispondeva dell’accusa di falso riguardo il ripristino dell’arenile del lido Atlantis, lo stabilimento balneare di Totò Ruggeri (formalmente amministrato da un’altra persona) in località Porto Craulo. Per ottenere l’autorizzazione ad intervenire erano previste due procedure: una ordinaria, con domande che andavano presentate entro marzo 2020 e una d’urgenza, in caso di eventi metereologici di natura eccezionale e imprevedibile, come scritto nelle linee guida regionali. Questa la strada intrapresa su pressione dell’assessore regionale. Con una nota del 16 giugno 2020 indirizzata al Servizio Demanio e Patrimonio della Regione Puglia, come evento “eccezionale”, è stata indicata l’emergenza causata dal Covid19 che non avrebbe permesso l’esame delle pratiche relative al ripristino di alcuni arenili nei tempi utili per effettuare i lavori entro il 1° maggio. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Cariddi ha chiarito nei dettagli la sua posizione e argomentato ogni passaggio riguardo all’iter procedimentale. In particolare, per ciò che riguarda gli arenili del litorale di Otranto con particolare riferimento alla vicenda oggetto di contestazione che riguarderebbe la posticipazione dei termini per la pulizia degli stessi, attraverso una nota, poiché sarebbe stata rispettata la tempistica prevista dalla normativa speciale sul covid.
La difesa ha sottolineato che si è trattato comunque di un episodio isolato nell’ambito dell’inchiesta e che non c’è stato alcun favoritismo. Cariddi ha inoltre chiarito di aver avuto un normale rapporto di conoscenza con l’ex assessore regionale, Totò Ruggeri. Non solo, poiché secondo i legali, le intercettazioni non sono utilizzabili perché prive di connessione con la causa madre in cui sono state disposte. Intanto, il pm Prontera ha presentato nuova documentazione, in sede di Riesame, per avvalorare la propria tesi accusatoria.
Divieto di dimora per Maggiulli
Il Tribunale della Libertà ha, invece, parzialmente accolto il ricorso per il responsabile dell’area tecnica del Comune di Otranto, Emanuele Maggiulli, ristretto ai domiciliari e assistito dall’avvocato Antonio Quinto. I giudici hanno attenuato la misura, disponendo il divieto di dimora. Maggiulli è accusato di falso in concorso con Cariddi, Pendinelli e Ruggeri, poiché avrebbe firmato una nota (inviata al servizio Demanio della Regione Puglia) con cui si chiedeva la posticipazione dei termini per la pulizia degli arenili, a causa del covid.
Si tratta in sostanza di una piena condivisione delle ragioni del ricorrente, che – oltre a non risiedere ad Otranto – non è più da tempo in servizio presso l’amministrazione idruntina, ma lavora al Comune di Calimera.
Nell’impugnativa la difesa aveva contestato la sussistenza dei profili di colpevolezza posti a base dell’ordinanza applicativa della misura cautelare per la non riconducibilità della comunicazione ritenuta falsa dagli inquirenti (che avrebbe consentito l’esecuzione dei lavori di ripristino dell’arenile presso il Lido
Atlantis nella stagione 2020 fuori dai termini previsti dalle linee guida regionali in
materia) ad una azione causale dell’Ing. Maggiulli, ma soprattutto l’abnormità
della misura cautelare drastica degli arresti, tanto più perché disposta nei confronti di un tecnico che non ha precedenti penali e che è ormai lontano dal contesto in cui si sono verificati in fatti.
Per le motivazioni occorrerà attendere 45 giorni.
“Non nascondo la soddisfazione – ha commentato l’Avv. Quinto – perché, al di là di ogni considerazione sul merito della vicenda e sulla esistenza o meno di una copertura normativa dei provvedimenti assunti nel periodo in questione, la decisione ristabilisce un certo equilibrio tra le giuste esigenze di approfondimento dei fatti e il doveroso rispetto della libertà personale dell’interessato”.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi lunedì, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Hanno presentato ricorso al Riesame, inoltre, il sindaco di Scorrano ed ex consigliere regionale, Mario Pendinelli, raggiunto dall’obbligo di dimora e assistito dagli avvocati Corrado Sammarruco e Antonio Mariano. E poi, il medico Elio Quarta, responsabile del centro di procreazione assistita “Prodia”, difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia; l’imprenditore Fabio Marra, assistito dall’avvocato Luigi Covella; il commercialista Giantommaso Zacheo, difeso dall’avvocato Dario Congedo. I tre sono stati raggiunti dal divieto temporaneo di svolgere attività professionale.
Non ha presentato ricorso al Riesame, Salvatore Ruggeri difeso dagli avvocati Salvatore Corrado e Giuseppe Fornari. L’ex assessore regionale al Welfare ha intanto chiesto al pubblico ministero Alessandro Prontera di essere ascoltato. Ricordiamo che l’indagato si era avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, dinanzi al gip.
Nessun ricorso al Riesame, al momento, neanche per Mario Romano (anche lui ex consigliere regionale) ed il figlio Massimiliano (ex vice presidente della Provincia di Lecce), assistiti dagli avvocati Maria Greco e Dario Paiano. I tre indagati si trovano ai domiciliari.
Stesso discorso per il presunto “procacciatore di voti”, Antonio Greco, attinto dall’obbligo di dimora a Carpignano Salentino, difeso dall’avvocato Dimitry Conte.
Gli indagati potranno comunque chiedere la revoca o l’attenuazione della misura cautelare al gip Simona Panzera, che ha firmato l’ordinanza.
Riguardo la posizione dell’ex direttore generale della Asl leccese Rodolfo Rollo, difeso dall’avvocato Massimo Manfreda, si attende la decisione del gip sulla richiesta di sospensione avanzata dal pm Alessandro Prontera.
