Presunti incarichi pilotati in tribunale, favori e regali. Un avvocato lascia i domiciliari

Pochi giorni fa, era stato il magistrato Pietro Errede ad ottenere la revoca della misura dei domiciliari. Per entrambi, però, il gip ha disposto l’obbligo di dimora in Puglia

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Anche l’avvocato leccese Alberto Russi, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Potenza, lascia i domiciliari dopo cinque mesi.

Il gip Salvatore Pignata ha disposto la revoca della misura cautelare, accogliendo l’istanza dei suoi legali, gli avvocati Roberto Rella e Fabrizio D’Errico.

Pochi giorni fa, era stato il magistrato Pietro Errede ad ottenere la revoca della misura dei domiciliari. È difeso dagli avvocati Michele Laforgia e Donatello Cimadomo.

Per entrambi, però, il gip ha disposto l’obbligo di dimora in Puglia.

Ricordiamo che nei giorni scorsi,  la Procura di Potenza ha chiuso le indagini su un presunto giro di favori alla sezione fallimentare del tribunale civile di Lecce. Nello specifico, si parla di incarichi “pilotati” per ottenere regalie di vario tipo.

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a firma del procuratore capo Francesco Curcio e dei sostituti procuratori Maurizio Cardea, Vincenzo Montemurro, e Anna Piccininni, compaiono dieci nominativi. Si tratta dei giudici: Pietro Errede 55 anni, residente a Lecce e Alessandro Silvestrini, 67enne, residente a Lecce (indagato a piede libero). E ancora, gli avvocati: Alberto Russi, 53 anni di Lecce, Antonio Casilli, 59 anni di Lecce e Marcello Paglialunga, 57enne di Nardò;  i consulenti Massimo Bellantone, 58 anni, residente a Lecce, Emanuele Liaci, 54 anni di Gallipoli e Giuseppe Evangelista, 58 anni di Lecce; il geometra Antonio Vincenzo Salvatore Fasiello, 69 anni di Vernole e l’imprenditore Eusebio Giovanni Mariano, 51 anni di Surbo.

Invece, Bellantone, Paglialunga e Liaci, dopo la decisione del Riesame su istanza della difesa, sono già tornati in libertà (erano inizialmente ai domiciliari). Per loro è stato disposto il divieto di esercitare la professione per un anno.

Le accuse contestate a vario titolo ed in diversa misura agli indagati, sono quelle di tentata concussione, corruzione, turbativa d’asta, estorsione, tentata estorsione.

Ricordiamo che, nel maggio scorso, i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce eseguirono 5 misure cautelari personali (arresti domiciliari) e reali (sequestri preventivi diretti o per equivalente), disposte dal gip Salvatore Pignata del tribunale di Potenza. L’inchiesta ruota attorno ad un presunto giro di nomine e incarichi pilotati al Tribunale fallimentare di Lecce, presso il quale Pietro Errede prestava servizio all’epoca dei fatti, quale giudice delle sezioni Fallimentare/Esecuzioni immobiliari, nonché Misure di Prevenzione. Si parla anche di regali e utilità, come una collana tennis ed una vacanza in barca a vela, che il magistrato avrebbe ricevuto in cambio di favori.

Le indagini, coordinate dal procuratore di Potenza Francesco Curcio, sono state avviate nel settembre del 2021, sulla base di circostanziate denunce. E vennero eseguite una serie di perquisizioni che portarono al sequestro di una copiosa documentazione.

In base a quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, con cui vennero disposti i cinque arresti: «Il giudice Errede, con la collaborazione del compagno, l’avvocato Alberto Russi, avrebbe formato un circuito di professionisti di riferimento e di sua massima fiducia, a cui elargiva incarichi vari, i quali in cambio corrispondevano varie utilità al magistrato, soddisfacendo le sue richieste in relazione alla sua vita mondana, alle vacanze, agli oggetti preziosi che amava indossare. E di tali indebite corresponsioni avrebbe beneficiato anche il compagno che, dopo aver intessuto la trama corruttiva, condivideva con il giudice, secondo quanto sarebbe emerso dagli atti delle indagini, gli indebiti vantaggi dai professionisti».

Invece, il giudice Silvestrini è indagato a piede libero per due presunti episodi di corruzione in atti giudiziari.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Michele Laforgia, Donatello Cimadomo, Roberto Rella, Fabrizio D’Errico, Amilcare Tana, Francesco Vergine, Alberto Gatto, Luigi Vetere, Luigi Suez, Enrico Chirivì, Massimo Quarta, Enrico Gargiulo, Giancarlo Raco, Fabio Di Ciommo, Leonardo Pace.