La Procura di Trani ha avviato i primi accertamenti investigativi, dopo la denuncia presentata dall’avvocato Massimo Bellini per conto della famiglia della 16enne leccese che ha deciso di togliersi la vita nella comunità di Andria, dove era ospite.
L’ipotesi di reato è di omicidio colposo per condotta omissiva. Al momento non ci sarebbero nominativi iscritti nel registro degli indagati. Per rispondere alla richiesta di ‘verità’ dei genitori, gli investigatori hanno acquisito la cintura con la quale la ragazza si è impiccata.
Non solo, il pm Giovanni Lucio Vaira ha conferito a due specialisti dell’Università di Bari una consulenza psichiatrica, per accertare e ricostruire le problematiche psichiche della studentessa. Si cerca, insomma, di stabilire se le misure per la sua tutela in comunità fossero adeguate. Infine, è stata disposta l’acquisizione di tutte le cartelle cliniche delle comunità in cui era stata ospitata la ragazza
Nel pomeriggio di ieri, dinanzi ad una folla commossa, si sono svolti a Lecce i funerali nella chiesa di Sant’Antonio a Fulgenzio.
La Procura di Trani, che non ha dubbi sulle cause della morte, non aveva ritenuto necessario ‘trattenere’ la salma per effettuare l’autopsia, restituendola alla famiglia.
La tragedia
La tragedia si è consumata martedì pomeriggio, presso una comunità terapeutica di Andria. Erano da poco passate le 15.00, quando il corpo senza vita di Marta (nome di fantasia) è stato ritrovato nella sua stanza. Nessun dubbio che si sia trattato di suicidio: la studentessa aveva deciso di mettere fine alla sua esistenza, impiccandosi.
Distrutta dal dolore, la famiglia ora vuole capire che cosa sia accaduto in quei drammatici momenti. L’adolescente era ospite della struttura da sabato e, secondo la famiglia doveva essere “guardata a vista”. Il sospetto di mamma e papà è che sia stata lasciata da sola e che quella tragedia, in qualche modo, si sarebbe potuta evitare.
