Telefonini introdotti “abusivamente” in carcere. Inchiesta con 23 indagati

Si tratta di detenuti di origine pugliese di tutte le province (esclusa la Bat) e c’è anche un campano. I quattro detenuti della provincia, oltre che del capoluogo salentino, sono anche originari di Racale, Tricase, Casarano.  

Sono ben 23 le persone indagate per “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione di soggetti detenuti”.

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari porta la firma del sostituto procuratore Simona Rizzo.

Si tratta di detenuti di origine pugliese di tutte le province (esclusa la Bat) e c’è anche un campano. I quattro detenuti della provincia, oltre che del capoluogo salentino, sono anche originari di Racale, Tricase, Ugento.

In base a quanto emerso nel corso delle indagini, sarebbero complessivamente quattro i cellulari circolati “abusivamente” nel carcere di “Borgo San Nicola”, tra novembre e dicembre del 2023. C’è chi è accusato di avere effettuato oltre 3.000 telefonate dal carcere. Qualcun altro, avrebbe utilizzato il telefonino per 700 volte. E infine, ci sarebbe anche chi lo avrebbe usato appena una volta. I telefonini, nello specifico, sarebbero finiti nella disponibilità di oltre venti detenuti. I dispositivi venivano usati, per lo più, per contattare i familiari.

Il collegio difensivo

Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati: Simone Viva, Tony Indino, Simona Mancini, Giovanni Valentini, Salvatore Rollo, Antonio Palumbo, Alberto Ghezzi, Luigi Boselli, Alessandra Bleve, Dario Budano, Antonio Paglialunga.



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