Operaio 30enne morto nel cantiere di una villa, chiusa l’inchiesta: tre indagati

L’incidente sul lavoro si è verificato la mattina del 12 aprile del 2021 in località “Tre Masserie”, a Galatina, all’interno di una villa in cui erano in corso i lavori per la realizzazione di una piscina interrata.

Ci sono tre indagati per la morte dell’operaio Luca Sedile, schiacciato da un camion, mentre era alla guida di un escavatore. Nell’avviso di conclusione, viene ricostruita la dinamica dell’incidente sul lavoro, avvenuto, secondo il pubblico ministero Maria Vallefuoco, anche a causa dell’utilizzo di macchinari usurati, visto che l’azienda non avrebbe investito per rendere sicuro il cantiere. E la Procura punta anche il dito sulla mancanza delle dovute autorizzazioni a costruire la piscina, nell’area della villa in cui era al lavoro il 30enne di Collepasso.

Risultano indagati per omicidio colposo: L.P., 27enne di Aradeo, nelle vesti di legale rappresentante della ditta ai quali erano stati affidati i lavori e la proprietaria dell’immobile, E.P., 43enne, residente a Civitavecchia. I due, assieme al progettista A.M. 67enne di Aradeo, sono anche accusati di interventi edilizi in assenza del permesso a costruire.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Corleto, Gaetano Melucci, Maurizio Piccinno, Paolo Pirani, Carlo Coltellacci ed hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o per produrre memorie difensive.
I familiari della vittima sono assistiti dall’avvocato Silvio Verri. Invece, è stata chiesta l’archiviazione per il collega dell’operaio coinvolto nell’incidente.

L’incidente sul lavoro

La tragedia si è verificata la mattina del 12 aprile del 2021 in località “Tre Masserie”, a Galatina, all’interno di una villa in cui erano in corso i lavori per la realizzazione di una piscina interrata.

In base a quanto ricostruito nell’avviso di conclusione delle indagini, il legale rappresentante della ditta non comunicò l’assunzione degli operai, coinvolti nel sinistro, nei registri obbligatori. Inoltre, non avrebbe informato adeguatamente i lavoratori sui rischi per la salute a cui erano esposti nel cantiere e sulle normative di sicurezza e le procedure riguardanti il primo soccorso e la gestione dell’emergenza e sulle misure e attività di protezione e prevenzione adottate. E poi, sostiene la Procura, non avrebbe fornito ai lavoratori dei macchinari idonei. Difatti, il camion guidato dal collega di Sedile presentava pneumatici usurati, uno specchietto rotto e un impianto idraulico non funzionante, poiché l’olio fuoriusciva all’esterno.

Secondo l’accusa, la proprietaria della villa non avrebbe verificato l’idoneità tecnico-professionale dell’impresa incaricata per la realizzazione della piscina, che non risultava abilitata a eseguire lavori specializzati di costruzione come quelli commissionati. Inoltre, ritiene il pm, l’azienda per la quale lavorava l’operaio non avrebbe adottato un modello di gestione adeguato, risparmiando nei costi legati alla formazione e alla prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro, visto che nel 2021 non avrebbe speso neanche un euro in questa direzione.

Ricordiamo che dopo l’incidente venne conferita l’autopsia al medico legale Alberto Tortorella, per chiarire le cause della morte del giovane, dovute ad un trauma da schiacciamento del cranio.