‘Senza risorse la ricerca pubblica muore’, così i ricercatori precari accoglieranno Conte al CNR di Lecce

Atteso domani in visita all’Istituto di Nanotecnologie e all’Isufi il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.

‘Siamo fermamente convinti, come lavoratori precari ma, soprattutto, come donne e uomini impegnati nel mondo della ricerca, che non esista alcun investimento migliore di quello riguardante le risorse umane e la necessità di garantire un lavoro stabile a centinaia di validi ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi. Per dare compimento a tale processo sono necessarie ulteriori risorse economiche e, allo stesso tempo, è necessario che il nostro Ente utilizzi tutti i fondi dedicati alla stabilizzazione del personale. Interrompere questo cambiamento di prospettiva significherebbe perdere la partita a tavolino’.

Sarà accolto anche dai Lavoratori Precari del CNR il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in visita domenica 24 marzo a Lecce all’Istituto di NanoTecnologie da sempre fiore all’occhiello del sapere salentino e ultimamente al centro di un importante accordo tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’ENI per studi mirati sul tema attualissimo del surriscaldamento globale.

Il Premier ha voluto dare il segnale dell’attenzione che questo governo intende porre sulla ricerca e sul mondo del sapere in generale, a dimostrazione che in Italia si può scongiurare la tanto deprecabile fuga dei cervelli, ossia la partenza dai nostri enti di ricerca e dalle nostre università di giovani ricercatori e giovani ricercatrici che non vedono riconosciuto il loro valore e che trovano in altri Paesi l’apprezzamento più adeguato al loro merito.

I Precari del CNR ammettono gli sforzi fatti negli ultimi anni sia dal Governo Gentiloni che da quello pentastellato che sul piatto della bilancia hanno indubbiamente messo dei fondi, ma riconoscono apertamente che ancora tutto ciò non basta: ‘Le misure dedicate al superamento del precariato storico nella Pubblica Amministrazione (Dlgs.75/2017) e, quindi, negli Enti Pubblici di Ricerca, hanno rappresentato negli ultimi mesi una potenziale boccata di ossigeno per centinaia di lavoratori e per il nostro Ente. I fondi stanziati dal precedente governo ed incrementati e vincolati dall’attuale che Lei oggi rappresenta, hanno permesso il riconoscimento e l’indubbia utilità del lavoro che svolgiamo e la necessità di garantire la giusta dignità lavorativa a donne e uomini che hanno scelto di lavorare nel proprio Paese contribuendo a rendere, tale Paese, un luogo di elevato valore culturale e scientifico. Lo hanno permesso però sono a 1300 persone, restano fuori dal processo di processo di stabilizzazione altri 1000 ricercatori risultati peraltro idonei a procedure concorsuali secondo Dlgs. 75/2017. Idonei. Idonei significa che sono uguali agli altri colleghi ma che non possono svolgere il loro lavoro perché mancano i fondi’.

Insomma si troverà stretto in questa morsa il Presidente del Consiglio dei Ministri: da un lato l’eccellenza che è in grado di far decollare il Paese in un mondo globale in cui solo il sapere e solo l’innovazione possono fare da volano allo sviluppo vero e dall’altro il solito pasticcio all’italiana in cui si è soliti mortificare la ricerca per disperdere fiumi di denaro pubblico in altri rivoli che non sono in grado di sfociare in nessun mare. Non è il primo e forse non sarà l’ultimo Giuseppe Conte a doversi barcamenare in questa contraddizione me nel giorno della visita al CNR di Lecce i precari non si esimeranno dal ricordarglielo.



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