“Minori lasciati in condizioni igieniche precarie ed al freddo”, indagata la direttrice di una comunità

Inoltre, la direttrice non avrebbe assicurato ai minori la possibilità di accedere ad un’alimentazione adeguata, obbligando i ragazzi a provvedere a proprie spese al cibo.

La Procura chiude le indagini su una presunta lunga serie di soprusi ai danni dei giovani ospiti di una comunità per minori, costretti a vivere in condizioni igieniche precarie ed al freddo. Non solo, poiché i minori avevano la possibilità di utilizzare coltelli e di assumere psicofarmaci, senza essere sottoposti ad alcun controllo.

Nell’avviso di conclusione delle indagini, a firma del pm Rosaria Petrolo, risulta indagata una 56enne leccese, direttrice fino al 2023 di una comunità per minorenni del capoluogo, per il reato di maltrattamenti aggravati.

L’indagata, difesa dall’avvocato Riccardo Giannuzzi,  ha 20 giorni a disposizione per presentare le proprie memorie difensive o per chiedere di essere interrogata. Nell’avviso compaiono i nominativi di quattordici minorenni, tutti ospiti della comunità.

Le accuse

I fatti sarebbero avvenuti a partire dal 2020 e fino al 2023.

In base all’ipotesi accusatoria, la direttrice non avrebbe assicurato ai minori la possibilità di accedere ad un’alimentazione adeguata, obbligando i ragazzi a provvedere a proprie spese al cibo.

E poi, sostiene l’accusa, i giovani ospiti erano esposti al freddo in inverno e al caldo in estate ed a lavarsi senza acqua calda. E sarebbe mancato l’abbigliamento idoneo alle condizioni climatiche. I ragazzi sarebbero stati costretti a pulire in autonomia gli ambienti, gli indumenti e le stoviglie. Inoltre, vengono menzionate nell’avviso, alcune liti tra i ragazzi anche con l’uso di coltelli, presi liberamente dalla cucina.

E gli ospiti più vivaci, soprattutto quelli stranieri, secondo l’accusa, venivano fatti chiudere a chiave nel piano di alloggio.

Si parla poi delle condizioni della struttura, con arredi danneggiati, pareti imbrattate, porte delle camere divelte, pavimenti sporchi, indumenti e oggetti accatastati sul pavimento e in giardino. E gli spazi della casa famiglia venivano gestiti in modo inadeguato, tanto che i ragazzi avrebbero condiviso, in alcune occasioni, le camere con le ragazze.  Inoltre, medicinali e psicofarmaci sarebbero stati lasciati nella disponibilità dei minori. Tale situazione venne accertata già all’inizio del 2023 dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni e dal personale della Polizia di Stato. Da un’ispezione sarebbe scaturita la decisione di sospendere l’attività da parte del Comune di Lecce e di chiudere la struttura.