40enne in coma dopo un’infezione? Accertamenti per verificare responsabilità di 12 medici indagati

I “camici bianchi” sono stati iscritti nel registro indagati, come atto dovuto, per l’ipotesi di reato di responsabilità colposa per lesioni personali in ambito sanitario.

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Una serie accertamenti per far luce su eventuali responsabilità del personale medico. È quanto disposto dal sostituto procuratore Paola Guglielmi che sta indagando sul caso di una 40enne di Monteroni, finita in coma dopo aver scoperto di avere una grave infezione alle vie urinarie e ai reni. La consulenza è stata affidata al medico legale Roberto Vaglio, all’infettivologo Cesare Di Bari e al nefrologo Michele Giannattasio.

Come atto dovuto, in vista dell’inizio delle operazioni peritali che avranno inizio il prossimo 6 luglio (dovranno terminare entro 60 giorni), sono stati iscritti nel registro degli indagati i nominativi di 12 medici dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo dei “camici bianchi”, indagati per l’ipotesi di reato di responsabilità colposa per lesioni personali in ambito sanitario, ha nominato una serie di consulenti di parte.

I medici sono assistiti dagli avvocati: Francesco Palmieri, Luigi Covella, Marco Pezzuto, Antonio Degli Atti, Pantaleo Cannoletta, Tello Milauro, Milco Panareo, Massimo Manfreda, Roberto Frassanito, Luciano Calò.

I familiari della donna, assistiti dall’avvocato Viola Messa, hanno a loro volta nominato un consulente di parte.

Il pm chiede ai consulenti di stabilire se la condotta degli indagati sia stata conforme ai protocolli sanitari e se fosse stato possibile scongiurare il verificarsi delle gravi lesioni che hanno condotto la 40enne ad uno stato comatoso.

Le indagini hanno preso il via dalla querela del marito della signora, in cui viene ricostruita la dolorosa vicenda.

La giovane mamma, nel mese di febbraio, era in preda a febbre alta e dolori addominali. A quel punto, accompagnata dal marito, si recò presso il pronto soccorso del nosocomio leccese.

Dopo vari accertamenti, i medici le hanno prescritto una terapia farmacologica. La signora viene dimessa dall’ospedale. Le sue condizioni di salute, però, non migliorano e viene nuovamente portata al pronto soccorso.

Dopo una lunga attesa, fu visitata da una dottoressa e dopo l’ecografia scoprì di aver contratto un grave infezione alle vie urinarie ed ai reni. A quel punto, venne sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza che sembrava essere andato a buon fine.

Pochi giorni dopo, la paziente fu colpita da arresto cardiaco, al seguito del quale ha rimediato danni irreversibili al cervello. Attualmente si trova ricoverata in una struttura privata per arginare almeno il rischio di contrarre il Coronavirus.



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