Primarie Pd, indagati Michele Emiliano e il suo braccio destro

Il governatore della Regione Puglia è indagato con l’accusa di abuso d’ufficio e induzione indebita. L’indagine della Guardia di Finanza di Bari, coordinata dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, coinvolge 5 persone. 

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Una fattura da 65mila euro pagata da due imprenditori all’agenzia di comunicazione che si è occupata della candidatura del Governatore pugliese alle primarie del Partito Democratico del 2017 contro Matteo Renzi, è finita al centro dell’inchiesta della Procura di Bari che, per fare luce sui presunti illeciti commessi, ha indagato Michele Emiliano e il suo capo di Gabinetto, Claudio Stefanizzi.

Solo qualche giorno fa, il braccio destro del Presidente della Regione Puglia era stato accusato di ricoprire un ruolo importante nella costituzione delle liste a supporto di Carlo Salvemini, in vista delle amministrative di primavera. Vere e proprie ‘anomalie’  come le aveva definite il coordinatore regionale di Direzione Italia, Francesco Ventola «che meriterebbero approfondimenti».

Le accuse

Ai pubblici amministratori la magistratura barese contesta i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità e abuso d’ufficio in concorso con tre imprenditori a cui è contestata anche l’ipotesi di reato di fatture false. Due di una azienda barese che avrebbe finanziato con 65mila euro parte della campagna elettorale per le primarie del Pd del 2017  e il titolare della agenzia di comunicazione, creditrice della somma, che curò la comunicazione.

Fuga di notizie?

Intanto Emiliano –  che ha fornito piena collaborazione “nella convinzione di avere operato con assoluta correttezza e rispetto delle leggi” – ha denunciato una fuga di notizie, o meglio una «violazione del segreto istruttorio». Insomma, sapeva che avrebbe ricevuto la visita delle Fiamme Gialle.

«Lunedì 8 aprile – ha dichiarato – sono venuto a conoscenza che giovedì 11 sarei stato oggetto di una attività di acquisizione di documenti e dati da parte della GdF in relazione ai finanziamenti percepiti in occasione della mia campagna per le primarie del Pd del 2017. La fuga di notizie in piena violazione del segreto istruttorio precisava ulteriori fatti e circostanze».

«Questa mattina, (appunto giovedì, 11 ndr) come anticipato dalla fonte – ha concluso Il Governatore –la Guardia di finanza di Bari mi chiedeva di potere verificare alcune chat del mio telefono e mail relative agli scambi di messaggi con alcuni soggetti di interesse dell’ufficio. Contemporaneamente identica acquisizione è stata effettuata al mio Capo di Gabinetto».



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