Droga, estorsioni ed attentati incendiari per il controllo del territorio. Solo un’arrestata parla davanti al giudice.

Tutti gli altri, ascoltati oggi, presso il carcere di Borgo San Nicola, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Fanno “scena muta” dinanzi al giudice quasi tutti gli arrestati, ascoltati oggi, nell’ambito della maxi inchiesta antimafia su una presunta organizzazione specializzata in droga, estorsioni e attentati incendiari, ramificata nei comuni di Carmiano, Veglie, Leverano, Porto Cesareo, Novoli e Monteroni di Lecce.

Davanti al gip Anna Paola Capano sono iniziati gli interrogatori di garanzia, presso il carcere di Borgo San Nicola.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: Caterina Bisconti, 42enne, residente a Magliano (frazione di Carmiano); Amalia Cadavero, 37enne e Valentino Cadavero, 35enne, entrambi residenti a Veglie; Giorgio Centonze, 43 anni, di Carmiano; Gianluca Cirfeta, detto “Gianni Bianca”, 47 anni, residente a Veglie; Stefano Ciurlia, 53 anni, residente a Lecce; Simone Coppola, detto “Simonetta”, 22 anni, di Carmiano; Stefano Coppola, 43 anni, di Carmiano; Antonio D’Agostino detto “Tony” e “Caramella”, 51 anni, residente a Monteroni; Alessio De Mitri, 34 anni, di Carmiano; Damiano De Pascalis, detto “zio Billy”, 56 anni, residente a Magliano.

Soltanto Giuliana Cuna, 49 anni, residente a Monteroni di Lecce, assistita dall’avvocato Mariangela Calò, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, negando gli addebiti. In particolare, ha riferito di conoscere, poiché aveva una relazione sentimentale con lui, soltanto Fernando Nocera, ritenuto dagli inquirenti a capo del sodalizio criminale. Ed ha specificato di non conoscere nessuno degli altri indagati. Infine, ha precisato di essere già stata coinvolta nell’analoga inchiesta giudiziaria, denominata Filo D’Arianna, e di essere stata assolta.

Nella giornata di domani, invece, è previsto l’interrogatorio, presso il carcere di çecce, di: Marcello Fella, 63 anni, di Carmiano; Vito Giancane, 34 anni, residente a Monteroni; Pierpaolo Panarese, 40 anni, residente a Lecce; Fabrizio Panzanaro, 53 anni, di Veglie; Giovanni Perrone, detto “Terremoto”, 56enne, domiciliato a Guagnano; Antonio Pezzuto, detto “Mendularo”, 42 anni, di Carmiano; Andrea Podo, 46enne, residente a Lecce; Giovanni Saponaro, 55 anni, di Veglie; Maicol Screti, 27 anni, di Trepuzzi; Daniele Vitale, 39 anni, domiciliato a Trepuzzi; Antonio Ezio Vitale, detto “Saracino”, 64 anni, domiciliato a Novoli.

E sempre nella giornata di domani, si dovrebbero svolgere gli interrogatori degli altri arrestati, detenuti in altre carceri (presumibilmente verranno ascoltati in videoconferenza dinanzi al gip Capano). Si tratta di: Fernando Nocera, detto “Zio” o “Vecchio”, 67 anni, residente a Lecce (ritenuto il capo dell’organizzazione); Evelina Nocera, 70 anni, domiciliata a Lecce; Gabriele Tarantino, 44 anni, domiciliato a Monteroni; Alberto Maldarella, 48 anni, residente a Novoli; Salvatore Perrone, detto “Friculino”, 57 anni, residente a Trepuzzi.

E nella giornata di venerdì, si dovrebbe tenere anche l’interrogatorio degli altri arrestati ai domiciliari. Si tratta di Mirko Attanasio, detto “Scarpuzza”, 29 anni, di Carmiano; Luca Carogiulo, detto “Sughetto”, 25 anni, anch’egli di Carmiano; Giammarco Zecca, detto “Baida”, 22enne, residente a Leverano; Cosima Lupo, detta “Mimina” o “Mimma”, 46 anni, di Veglie; Daiana Stefania Coppola, 22 anni, residente a Magliano; Andrea Carogiuli, 47 anni, di Carmiano; Marco Matino, detto “Mattone”, 40 anni di Leverano; Cristian Stella, 28 anni, di Lecce; Fabio Felicioni, 38 anni, di Lecce.

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Cosimo D’Agostino, Mariangela Calò. Ladislao Massari, Stefano Prontera, Francesco Tobia Caputo, Giuseppe Romano, Luigi Rella, Salvatore Rollo, Mario Fazzini, Massimiliano Petrachi, Maria Lucia Pagliara, Laura Monosi, Salvatore Rollo, Antonio Luceri, Mario Ciardo, Pantaleo Cannoletta, Antonio Savoia, Nadia Martina, Lucia Longo.

L’indagine, denominata “Stealth”, condotta dai militari della Compagnia di Campi Salentina e coordinata dal pm Giovanna Cannarile della Dda e dal sostituto procuratore Alessandro Prontera, ha preso il via nel dicembre 2020. Ed è culminata nella mattinata di lunedì con 37 arresti (28 in carcere e 9 ai domiciliari), eseguiti dai carabinieri del Nucleo provinciale di Lecce.

Rispondono a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione di armi da fuoco e da guerra nonché ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione, numerosi danneggiamenti a seguito di incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Attraverso tali azioni, verosimilmente gli indagati si sono imposti sul territorio determinando una condizione di assoggettamento e omertà dei cittadini tanto che, in alcuni casi, non sono state presentate denunce.

Una nota particolare, a riprova dell’efferatezza e della spregiudicatezza del clan, è rappresentata, secondo gli inquirenti. dalla modifica di oggetti di utilizzo quotidiano, quali penne, in armi. Una biro, infatti, è stata modificata e all’interno è stato realizzato un meccanismo tale da renderla pari ad un’arma da fuoco.