‘All Black ‘ su traffico illecito di rifiuti. Due arrestati rispondono alle domande del Gip, l’altro fa “scena muta”   

Dinanzi al Giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati, si sono svolti gli interrogatori di garanzia dei tre arrestati della provincia di Lecce.

Al via gli interrogatori di garanzia relativi all’operazione, denominata “All Black”, su di una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti su tutto il territorio nazionale ed anche nelle province di Lecce, Taranto e Brindisi.

In mattinata, dinanzi al gip Alcide Maritati, sono stati ascoltati Luca Grassi, 48 anni di Lecce e Palmiro Mazzotta, 74 anni di Surbo, ma originario di Carmiano, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Mazzotta e Grassi sono i proprietari di alcune delle aree in cui, secondo l’accusa, sono stati operati gli sversamenti (l’ultimo anche con il compito di procedere al tombamento dei rifiuti illecitamente stoccati ed il Mazzotta con quello di disperdere in maniera incontrollata i rifiuti nelle campagne salentine per far posto ai successivi conferimenti).

Grassi (che in quel periodo era ai domiciliari), difeso dall’avvocato Salvatore Rollo, ha ammesso di avere messo a disposizione il proprio terreno per le operazioni di sversamento dei rifiuti in tre occasioni, acconsentendo all’accesso dei camion. E ha aggiunto di non essere stato messo al corrente che si trattasse di rifiuti pericolosi per la salute negando di averli interrati. E comunque ha sostenuto di avere agito spinto dalle difficoltà economiche.

Palmiro Mazzotta, difeso dall’avvocato Luigi Rella, ha invece negato le accuse, riferendo al giudice che non era stato avvertito dello stoccaggio di rifiuti nel suo capannone. Anzi, ha aggiunto di aver dovuto provvedere a proprie spese, per lo smaltimento.

Invece, nella giornata di ieri, Claudio Lo Deserto, 65 anni di Lecce, assistito dall’avvocato Massimo Zecca, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Maritati. L’uomo che era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha chiesto i domiciliari per motivi di salute ed è stato conferito l’incarico a un medico per accertare la compatibilità con il regime carcerario.

(Immagine di repertorio)



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