Investì ciclista sulla Squinzano-Casalabate, resta in carcere Andrea Taurino accusato di omicidio volontario

Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta della difesa, di annullamento dell’ordinanza emessa dal gip. Il legale ha sostenuto l’insussistenza della volontarietà nel gesto di Taurino, chiedendo che venga riconosciuta l’ipotesi di reato di omicidio colposo.

Resta in carcere Andrea Taurino, con l'accusa di omicidio volontario del ciclista Franco Amati. Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta della difesa, di annullamento dell'ordinanza emessa dal gip. Nessuna scarcerazione, né tantomeno la derubricazione del reato di omicidio volontario in colposo. Ieri mattina, nell'ambito della discussione in aula, il pubblico ministero Giovanni Gagliotta ha confermato in toto, l'impianto accusatorio. In base a questo, Andrea Taurino, il 22 gennaio scorso sulla strada Squinzano-Casalabate avrebbe investito deliberatamente Franco Amati, pasticcere 67enne di Lecce poi deceduto e l'amico Ugo Romano di 62 anni, anch'egli leccese, ferito gravemente. Il difensore del 34enne di Squinzano, l'avvocato Antonio Savoia ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari. Il legale ha sostenuto l'insussistenza della volontarietà nel gesto di Taurino, chiedendo che venga riconosciuta l'ipotesi di reato di omicidio colposo.
 
Invece, il gip Cinzia Vergine aveva convalidato l'arresto e disposto la misura cautelare del carcere, illustrando i motivi di questa "tesi" nell'ordinanza. Il giudice ha tenuto innanzitutto conto dell'ammissione di Taurino di avere assunto, fumandola, circa un grammo e mezzo di eroina, la mattina della tragedia. Il gup afferma "Pur dunque in assenza di una spiegazione logica della condotta di guida dissennata del Taurino, si deve in questa sede propendere per la volontarietà della stessa, determinata da una rapida sterzata, che, forse, può affondare le sue ragioni solo nella precedente importante assunzione di sostanze stupefacenti del tipo eroina nella alterazione nella percezione della realtà alla stessa forse conseguente".ll giudice inoltre, ritiene inattendibile la ricostruzione della dinamica dei fatti fornita da Taurino, quando egli dice di essersi messo in macchina per andare a raccogliere le olive nei campi e dopo averle "racimolate", di essersi diretto verso casa.

Durante il tragitto, lungo il quale "incrociava" i due ciclisti, egli si ricordava di avere dimenticato in campagna il mastello con il raccolto e decideva perciò di tornare indietro, andando incidentalmente a collidere con gli stessi, senza che ci fosse stato alcuno screzio precedente. Questa "distrazione"sarebbe da ricollegare al suo interesse ad ispezionare visivamente la campagna in cerca di frutti abbandonati dai proprietari.
 
Di verso opposto la versione fornita dal ciclista "sopravvissuto", Ugo Romano che ha affermato come, "all'improvviso l'abbiamo visto a distanza venire verso di noi (nella sua corsia). A circa 6-7 metri da noi, di scatto ha invaso la nostra corsia di marcia investendoci volontariamente con il suo lato anteriore sinistro, ha colpito prima il mio amico e dopo me che percorrevo la via “a ruota" (dietro il mio amico). Preciso che noi  percorrevamo  la nostra corsia (uno dietro l'altro) sul margine sinistro (quindi lontani dal centro della carreggiata che comprende le due corsie opposte senza striscia".
 

Inoltre, il giudice aveva ordinato la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, "valutato che ricorrono inderogabili esigenze cautelari ed in particolare, vi è il concreto pericolo che l'indagato, se rimesso in libertà" ed in particolare  vi è il concreto pericolo che l'indagato, se rimesso in libertà torni a commettere altri delitti della stessa specie di quelli per cui si procede".



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