Giustizia sommaria per le strade di Roma. Quando nessuno è innocente

Un video ritrae il linciaggio di uno scippatore rimasto in balia di un gruppo di passanti. Il malvivente è stato colpito con calci e pugni come un punchball per interminabili minuti

Scippatore fermato, scippatore massacrato. È andata malissimo ad un improvvisato rapinatore ma andrà male anche ai picchiatori in stile mucchio selvaggio che si sono scatenati con rabbia e furore impressionanti.

Il fatto è grave: tentare di rubare la borsa ad una signora molto anziana, un fatto intollerabile per tutti ma anche difronte al più grave dei delitti non siamo noi, in gruppo e per strada, che possiamo decidere la punizione. Non si fa giustizia tirando calci e pugni, nemmeno di fronte ad un reato così grave. La differenza tra la civiltà e le caverne sta tutta qui.

Il video che ritrae la scena del pestaggio mostra chiaramente che lo scippatore non è stato bloccato, o messo nelle condizioni di non nuocere, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine, ma colpito più e più volte da un certo numero di persone che anche a distanza di tempo tornava a colpire, come se si trattasse di una colossale vendetta collettiva, giustificata dal fatto che il malfattore di turno meritasse quel trattamento disumano, perché disumano era apparso il gesto della rapina ad una nonnina di 90 anni.

Nei territori americani dell’800 un ladro o un rapinatore venivano costantemente e abitualmente processati per strada, con le comunità riunite in una posse che acchiappavano il bandito e lo giustiziavano su un patibolo improvvisato dove capitava.

Ebbene su queste immagini, spesso immortalate dal Cinema, abbiamo costruito l’antidoto dello stato di diritto, dove il linciaggio non è contemplato. E anche questa volta le immagini ci sono state, ma di arte cinematografica non avevano davvero nulla.