«Abbiamo deciso di prendere noi in mano le sorti del nostro futuro». I 270 lavoratori della Lupiae Servizi, la società partecipata del Comune di Lecce perennemente ad un passo dal fallimento, scaricano dirigenti e cda, rei di essere stati messi all’angolo nel corso delle delicate trattative, dove in ballo c’è la sorte di molte famiglie. I dipendenti li accusano di essere “incapaci” di trovare soluzioni alternative che non siano sempre e solo sacrifici.
Non accettano il concordato preventivo (che per molti sembrerebbe la soluzione migliore) e ritengono le loro professionalità ancora utili all’amministrazione. «Non è vero che non siano più necessari», scrivono.
«È in corso l’attivazione di una soluzione che riteniamo non possa considerarsi positiva per i nostri interessi, in quanto il concordato potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio e innescare le procedure che potrebbero peggiorare ancor di più la situazione anche dei lavoratori» si legge nella nota a firma dei dipendenti a rischio.
Cosa ancora più grave è la denuncia di forti pressioni, anche psicologiche subite al fine di essere condotti per mano alla firma di contratti “capestro”, senza avere in cambio nessuna garanzia riguardo al futuro della partecipata. «Si ribadisce il netto NO alla firma di qualsiasi contratto senza garanzia alcuna sul futuro certo della nostra Società e di 270 lavoratori» si legge.
«Abbiamo deciso di prendere noi, in mano le sorti del nostro futuro – scrivono – intraprendendo legalmente le prossime discussioni alla presenza del Signor Sindaco e alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto con i rispettivi professionisti tecnici e carte alla mano».
