Fate schifo, vi spezzo le gambe e vi mando in ospedale: tutti i maltrattamenti della maestra di Nardò

Le minacce nei confronti dei bambini di tre anni avevano creato un clima di terrore in classe, come dimostra il fatto che tutti scappavano quando la maestra ‘cattiva’ si avvicinava.

Quarantasette episodi di maltrattamenti sono stati ripresi dalle telecamere, pizzate dagli uomini in divisa in una scuola dell’infanzia di Nardò per tentare di fare luce su quello che accadeva nella prima sezione, dove i bimbi di tre anni erano costretti a vivere in un clima di terrore per i modi bruschi della maestra. Un racconto dell’orrore in capitoli a cui è stata scritta la parola fine ieri, quando l’insegnante 61enne è stata sospesa per sei mesi.  Strattonamenti, schiaffi, pugni, ma anche offese e minacce agli alunni ‘rimproverati’ sempre senza motivo, mentre i compagni di classe assistevano alle violenze, pietrificati dalla paura. L’unica cosa che potevano fare era piangere, in modo disperato.

Le videocamere hanno cominciato a riprendere le vessazioni il 27 febbraio. «Siete di una maleducazione unica», urla la maestra alla classe, mentre con la mano destra tira uno schiaffo una bambina, colpendola alla nuca, per costringerla a sedere con gli altri compagni.  L’unica sua colpa era quella di essersi alzata mentre stava spiegando.

I maltrattamenti erano quotidiani

Tutti i giorni i piccoli assistevano a scene che di educativo hanno ben poco. Venivano umiliati, spaventati con frasi minacciose come «ti taglio le gambe con la forbice», «Ti tiro un pugno in faccia e ti faccio finire in ospedale» ha gridato ad un bambino che stava facendo un trenino insieme ad alcuni compagni.

O ancora «ti spezzo le ossa», come avrebbe detto il 12 marzo ad una bambina, sculacciata. La poveretta mentre veniva picchiata ha portato la manina all’altezza del gluteo della gamba destra, forse per il dolore provato.  Il giorno dopo, il 13 marzo, ha tirato uno schiaffo ad un bambino talmente violento che il piccolo è rimasto a lungo con il capo chino, avvilito. Anche in questo caso, il piccolo ha pianto in silenzio.

E ancora «Se ti avvicini di nuovo alla tua compagna ti ammazzo», «fate schifo» o «prendi una corda che la devo legare alla sedia», tutto perché una bambina non voleva stare seduta a consumare il cibo. Non erano rari i casi in cui l’insegnante costringeva gli alunni a mangiare. Il 27 febbraio nota una bambina che non mangia. Le si avvicina e tenta di imboccarla, ma la piccola non gradisce. L’ira della maestra scoppia quando tenta di portare le mani alla bocca per far capire alla sua insegnante che non voleva mangiare. Con fare stizzito la maestra le sposta la mano e urla: «Apri, Apri, Apri, ti ho detto Apri la bocca» provocando il pianto della malcapitata.

44 episodi in cui si capisce che la maestra pretendeva obbedienza assoluta dalla classe, allegra e vivace come è giusto che sia.  Il rigore lo aveva ottenuto a suon di intimidazioni: «Non voglio sentire parlare né respirare», «guai a chi si muove», «se ti alzi di nuovo ti tiro un pugno e ti faccio andare a finire in ospedale». «Ho detto a bocca chiusa», urlava il 1 aprile ad una classe atterrita.

E poi c’era l’uso delle mani: pizzicotti continui, sculacciate, schiaffi e tirate di capelli. Il 27 marzo, ad esempio, ha afferrato una bambina per il grembiule, l’ha sollevata di peso e trascinata fino alla fine dell’aula. Non contenta l’ha colpita, con uno schiaffo violento sulla mano che la bambina stava portando al volto evidentemente per proteggersi.

I piccoli alunni erano terrorizzati da quei modi. Lo dimostra quanto accaduto il 28 marzo. Una bambina stava giocando tranquillamente, ma quando ha visto che la maestra si stava avvicinando a lei, ha lasciato tutto e si è messa a sedere. Nonostante questo la sollevava, stringendole forte il braccio sinistro e la sculacciava.

Terribile quanto accaduto il 10 aprile. Mentre due bambine giocano, una subisce un torto e si rivolge alla maestra.  Quando l’insegnante chiede spiegazioni alla bambina che avrebbe offeso l’altra, la piccola si giustifica, raccontando di aver già chiesto scusa. Non è bastato, la maestra   rimprovera severamente la piccola, provocandone il pianto: «Tu sei stupida, sei scema, se ti permetti ti uccido».

47 violenze, come detto, che hanno cambiato i bambini, tutti di tre anni o poco più. C’è chi non riusciva più a dormire da solo di notte e chi aveva iniziato ad avere paura del buio. E chi aveva paura persino dell’orsacchiotto con cui giovava fin da piccolissimo.

Intanto, la maestra, assistita dall’avvocato Giuseppe Bonsegna (e non più da David Dell’Atti), si presenterà lunedì prossimo davanti al gip Edoardo D’Ambrosio per l’interrogatorio di garanzia.



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