Maxi blitz sui traffici di droga nel leccese. Ci sono le dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia

Cristian Stella, 30enne leccese, tra marzo ed aprile di quest’anno, è stato ascoltato dalla Dda, presso una località segreta.

Ci sono le dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia, dopo i recenti blitz sui maxi traffici di droga nel leccese. Le soffiate sugli arresti, le mani del clan sui parcheggi nei lidi balneari, il business degli oli esausti, l’introduzione con metodi illegali di telefonini in carcere ed il riciclaggio di denaro sporco in attività di ristorazione, sono solo alcuni dei retroscena contenuti nei verbali del neo collaboratore di giustizia, Cristian Stella, 30enne leccese. Gli atti sono stati depositati con la conclusione delle indagini preliminari relative all’operazione con 35 arresti (tra cui quello di Stella e del presunto boss Antonio Marco Penza) e ben 94 indagati, del novembre 2024, su di un fiorente traffico di droga, con fiumi di cocaina provenienti anche dalla Spagna.

Cristian Stella, tra marzo ed aprile di quest’anno, è stato ascoltato dalla Dda, alla presenza del suo legale di ufficio, presso una località segreta, dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dal sostituto procuratore Giovanna Cannarile.

Stella afferma di essere stato avvisato dell’esecuzione di due blitz e che tali informazioni giungevano, tra gli altri, da un “informatore” di una non precisata cancelleria.

Ed il neo collaboratore di giustizia, sostiene di avere saputo anche che gli apparecchi telefonici venivano fatti entrare nel carcere attraverso spedizioni di pacchi, contenenti generi alimentari, riuscendo così ad evitare il controllo dello scanner.

Riguardo il suo ingresso nel clan Penza, racconta di essere stato sottoposto al rito di affiliazione all’interno del dehor di un noto ristorante alle porte di Lecce.

E Stella aggiunge che il clan si occupava della gestione dei parcheggi in occasione di alcuni eventi che si tenevano nelle località marine di San Foca e Roca ed in particolare nei pressi degli stabilimenti balneari. E ancora, Stella nei verbali ha confermato di aver investito buona parte dei proventi derivanti della sua attività illecita nell’acquisto di un ristorante e di una pizzeria a Lecce.

Stella ha aggiunto che tra le varie attività illecite in cui il gruppo Penza aveva posto i suoi interessi vi era quella degli oli esausti.

Ed ha concluso di aver sempre acquistato integratori presso un esercizio commerciale riconducibile a Vito Penza (fratello di Marco).