Maxi giro di prostituzione tra Bulgaria e Italia, con epicentro nel Salento. 13 condanne per oltre un secolo di carcere

Il centro operativo dell’associazione si sarebbe trovato in una via a ridosso del centro di Lecce. Gli episodi contestati si sarebbero verificati anche a Surbo, Trepuzzi e Sannicola.

Arrivano 13 condanne, per oltre un secolo di carcere, al termine del processo su un maxi giro di prostituzione tra l’Italia e la Bulgaria ed avente come epicentro il Salento che portò a ben 22 arresti nel marzo dello scorso anno.

Il gup Stefano Sala, al termine del rito abbreviato di ieri, presso l’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola, ha inflitto una serie di condanne per gli imputati, tra i quali comparivano anche il capo dell’organizzazione, Yanchev Anto Antov  al quale sono stati inflitti 19 anni di reclusione. Ha dunque retto l’impianto accusatorio della Dda di Lecce.

Rispondevano a vario titolo di associazione per delinquere, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, sequestro di persona, lesioni, con l’aggravante della transnazionalità.

I fatti finiti sotto la lente della Procura si sarebbero verificati a partire dal mese di maggio del 2021. Il centro operativo dell’associazione si sarebbe trovato in una via a ridosso del centro di Lecce. Gli episodi contestati si sarebbero verificati anche a Surbo, Trepuzzi e Sannicola.

Dalle indagini sarebbero emersi una serie di retroscena raccapriccianti, immortalati da riprese video. Come nel caso di una bambina di quattro anni costretta a servire un piattino con la cocaina. Attorno al tavolo sono seduti due uomini e alcune donne. Una di esse viene picchiata e poi costretta a compiere atti sessuali.

Secondo l’ipotesi accusatoria, la fiorente attività era agevolata anche da alcuni cittadini italiani che favorivano lo sfruttamento della prostituzione. Le complesse indagini, coordinate dal pm Giovanna Cannarile della direzione distrettuale antimafia e dalle colleghe Erika Masetti e Rosaria Petrolo della Procura ordinaria e condotte dalla Questura di Lecce, si sono avvalse dei servizi di osservazione sulla statale Gallipoli-Lecce (all’altezza del comune di Sannicola). Una volta giunte a Lecce, le donne sarebbero state costrette a prostituirsi per strada in qualsiasi condizione climatica. Ed in caso di rifiuto, secondo l’accusa, venivano sottoposte a minacce verbali ed a percosse con pugni, schiaffi e colpi di mazza.

Gli imputati, difesi tra gli altri, dagli avvocati Luigi Corvaglia, Giorgio Caroli e Raffaele Benfatto potranno fare