
Piercing, collane, bracciali, anelli ed orecchini, per un valore di circa 8 milioni di euro. Imponente operazione anticontraffazione messa in atto dalla Guardia di Finanza di Prato.
Le Fiamme Gialle hanno denunciato 15 persone, 14 di nazionalità cinese, una di Milano, tutti titolari di imprese operative tra Prato, Roma, Milano e Bari.
L’attività investigativa durava da circa 3 mesi ed è partita da un primo sequestro di prodotti in vendita effettuato a Prato nei primi mesi dell’anno in corso e relativo ad alcune collane contraffatte e non sicure riproducenti il noto marchio “Le Carose”, che si rifà a figure di ragazze di un tempo tipiche della tradizione dell’Italia del sud.
Approfondimenti successivi hanno permesso di risalire all’azienda salentina “Toco d’Encanto” di Nardò, che produce i monili originali. Le bamboline, sfoggiate al collo di tante giovani, se acquistate presso rivenditori autorizzati, costano circa 50/60 euro. Le bamboline non originali, invece, prodotte da aziende cinesi abili nella contraffazione, vendute magari su bancarelle o in altri negozi di bigiotteria di scarsa qualità, arrivavano a costare al massimo 10 euro.
Le attività investigative hanno poi permesso di scoprire i vari fornitori e importatori dei prodotti. Ne sono scaturite, quindi, 42 perquisizioni locali delegate dall’Autorità Giudiziaria di Prato per eseguire le quali sono stati interessati anche i vari Reparti del Corpo competenti per territorio.
Nel corso delle attività sono stati complessivamente sequestrati oltre 1.700.000 articoli contraffatti e non sicuri, tra cui piercing, collane, bracciali, anelli ed orecchini – per un valore stimato di circa 8 milioni di euro -immessi in commercio violando le vigenti normative interne e comunitarie che garantiscono e tutelano il consumatore.
Come spiegano dal Comando della Guardia di Finanza, il D.Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo) definisce i requisiti minimi affinché un prodotto possa essere commercializzato sul territorio nazionale e ritenersi sicuro per il consumatore. Tutti i beni sequestrati, invece, erano rigorosamente privi delle etichette recanti l’indicazione del produttore, delle eventuali precauzioni, destinazioni ed istruzioni d’uso, nonché dei materiali con cui gli stessi erano realizzati. L’attività del Corpo prosegue senza sosta, dal momento che l’abusivismo, la contraffazione ed il commercio di prodotti insicuri danneggiano il mercato dell’economia legale, sottraggono opportunità e lavoro alle imprese oneste che rispettano le regole e, soprattutto, mettono in pericolo la salute e l’incolumità dei consumatori.