Maxi truffa all’INPS per indennità di disoccupazione. Arrivano 4 condanne e 29 assoluzioni

I fatti si sarebbero verificati tra gennaio del 2010 e settembre del 2016. L’attività investigativa è stata condotta dai militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Casarano

Arrivano 4 condanne al termine del processo su di un maxi raggiro all’Inps. Il giudice monocratico Stefano Sernia ha inflitto la pena di 1 anno e 10 mesi e 750 euro di multa nei confronti di C.F.S., 61 anni di Ugento; 1 anno ed 8 mesi e 600 euro di multa a B.S., 59enne di Ugento; 1 anno e 3 mesi oltre a 400 euro di multa per U.R. , 65 anni Ugento ed A.R., 33 anni di Ortelle. Per tutti è stata disposta la sospensione della pena. Rispondevano del reato di truffa in concorso.

Sono state assolte, invece, altre 29 persone, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Per 5 imputati, inoltre, è stato dichiarato il non doversi procedere, poiché il reato è estinto per prescrizione.

Ricordiamo che, in precedenza, è arrivata la condanna per il commecialista accusato di aver architettato il maxi raggiro all’Inps, finalizzato all’ottenimento di indebite indennità di disoccupazione. Nicola Ozza, 47 anni di Ugento, ha patteggiato a 3 anni e 6 mesi, dinanzi al gup Edoardo D’Ambrosio. Il suo legale, l’avvocato Biagio Palamà, ha in precedenza “concordato” la pena con il pm Valeria Farina Valaori. Altri imputati (i dipendenti di alcune aziende di Ugento) erano stati condannati a pene variabili tra 8 mesi ed 1 anno e 4 mesi. Altri tre lavoratori hanno patteggiato la pena, sempre dinanzi al gup Edoardo D’Ambrosio.

Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Francesco Fasano, Marco Macagnino, Veronica Merico, Ezio Garzia, Roberto Bray, Marco Costantino, Mario Coppola, Giovanni Bellisario, Mascia Cavalera, Silvio Caroli e Giancarlo Sparascio, Davide Spiri, Carlo Scarcia, Enrico Gargiulo, Alberto Ghezzi.

L’inchiesta

I fatti si sarebbero verificato tra gennaio del 2010 e settembre del 2016. L’intensa attività investigativa è stata condotta dai militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Casarano. Sette, in totale, il numero di imprese finite sotto la lente di ingrandimento (tra cui un autolavaggio, un’impresa edile e una lavanderia industriale). Il commecialista, nel dettaglio, avrebbe corrisposto i compensi ai propri dipendenti mediante le indennità di sostegno provenienti da fittizie assunzioni presso alcune aziende di cui deteneva la contabilibiltà, del tutto ignare di quanto stesse succedendo.

Alcuni di essi, erano dei collaboratori di studio, ma anche disoccupati e persone vicine alla pensione. Inoltre, sarebbe emerso un elevato numero di donne, falsamente impiegate. Decisive sono state le testimonianze degli stessi lavoratori che, una volta compresa la gravità della situazione hanno svuotato il sacco, indicando nel professionista l’unico e solo ideatore della truffa.

Al termine dell’operazione, sono stata accertate 70 fittizie assunzioni per una truffa del valore di oltre mezzo milione di euro.



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