Sono vivi per miracolo i 35 migranti, probabilmente di nazionalità somala, soccorsi la scorsa notte in tre diversi punti della costa salentina. Stando a quanto raccontato ad alcuni soccorritori, i disperati sarebbero stati gettati in mare dagli scafisti senza scrupoli, a pochi passi dalla terraferma. Alcuni sono riusciti a raggiungere la riva, altri sono stati recuperati tra le acque gelide dagli uomini della Guardia Costiera che avevano già messo in moto la macchina degli aiuti, grazie alla segnalazione di un pescatore che li aveva notati lungo il litorale salentino.
Il viaggio della speranza è stato, purtroppo, fatale per una donna il cui corpo senza vita è stato recuperato vicino ad uno scoglio in località “Felloniche”, nel comune di Patù. Si tratta di una giovane, apparentemente sulla trentina, la cui salma è stata benedetta dal vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli che si è recato questa mattina sul luogo del ritrovamento del cadavere.
Informato dell'accaduto, il vescovo – accompagnato dai sindaci di Castrignano del Capo, Anna Maria Rosafio, e di Patù, Francesco De Nuccio – si è soffermato per qualche minuto in preghiera davanti alla salma della donna, portando il saluto e l'omaggio della chiesa ugentina. Da qui ha lanciato un appello alle istituzioni internazionali. «Si proceda rapidamente ad abbattere i muri ideologici attualmente in piedi e si accelerino i processi di risoluzione dei problemi nei Paesi di origine di questi migranti. Le persone continuano ad abbandonare quelle terre mettendo in moto un esodo incessante dalle conseguenze molto spesso tragiche».
Al fine di scongiurare l’eventuale presenza di altri dispersi, le operazioni di ricerca in mare, che hanno visto impegnati, sino ad ora, quattro motovedette, un pattugliatore navale ed un elicottero della Guardia di Finanza, un elicottero dei Vigili del Fuoco, due nuclei sommozzatori, continueranno sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Gallipoli con l’impiego di mezzi aereo navali e con l’ausilio dei nuclei subacquei. Stando al drammatico racconto dei migranti, molte persone mancherebbero all’appello. Se è vero che il gruppo, partito un paio di giorni fa dalla Grecia a bordo di un semicabinato, era composto da 42 persone, il bilancio delle vittime di questa traversata potrebbe aumentare nelle prossime ore.