Morgan attacca Emma Marrone. E sui social pubblica la canzone provocatoria “Rutta”

Il cantante ha pubblicato un brano provocatorio. “Testo di Emma Marrone” ha scritto. Un attacco alla cantante salentina che lo aveva criticato apertamente per il caso Schiatti.

In un mondo di Morgan siate Calcutta. Emma Marrone non ha avuto dubbi dopo l’articolo firmato da Selvaggia Lucarelli che aveva acceso i riflettori sulla (brutta) storia tra Morgan e Angelica Schiatti. La cantante salentina si era schierata fin da subito con la collega e il nuovo compagno, Calcutta, che aveva interrotto tutti i rapporti di lavoro con la sua casa discografica, colpevole, come scritto nel post, di aver offerto un contratto ad un ‘persecutore’ (presunto fino a quando la giustizia non si sarà espressa). “Le canzoni che scrivo non saranno più disponibili per gli/le interpreti del loro roster, e tutti i suoi dipendenti non sono più i benvenuti ai miei concerti. Non sarà un piacere neanche incontrarli per strada sinceramente perché chi si comporta così restando in silenzio ai miei occhi è complice. Guardatevi dentro ogni tanto” aveva scritto.

Morgan non ha più bisogno di presentazioni. Il suo carattere è noto da tempo (e non c’entra con le sue vicende giudiziarie, per le quali si difenderà nelle sedi opportune), come non sono conosciute le sue mille provocazioni che lo hanno reso una delle figure più controverse del mondo della musica e dello spettacolo. Per questo, non sorprende l’attacco dell’ex giudice di X Factor che, sempre sui social, ha annunciato e poi pubblicato un brano contro l’artista salentina, colpevole probabilmente di aver espresso la sua solidarietà a Angelica e al suo compagno.

“Mettete un like se volete che pubblichi ‘Rutta’, il mio nuovo singolo con testo di Emma Marrone ha scritto Marco Castoldi. Già… Rutta, è questo il titolo della canzone provocatoria, secondo episodio della trilogia di protesta dell’ex Bluvertigo. Solo poche ore fa si era scagliato contro i giornalisti e hater, colpevoli a suo dire di accanirsi contro di lui. «Non lavoro per colpa vostra», e ancora «volete la mia morte».