Avverte forti tremori alle gambe, si presenta in pronto soccorso e muore poco dopo. Due medici indagati  

Invece, la posizione di altri due “camici bianchi” è stata stralciata, ma la famiglia della vittima potrà presentare opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura

Chiusa l’inchiesta sulla morte di una 30enne, giunta in ospedale con forti tremori alle gambe e deceduta nelle ore successive. L’avviso di conclusione porta la firma del pubblico ministero Alberto Santacatterina. Due medici del pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe da Copertino” risultano indagati con l’accusa di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario. Invece, la posizione di altri due “camici bianchi” è stata stralciata, ma la famiglia della vittima potrà presentare opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura.
I due indagati, assistiti dagli avvocati Paolo Spalluto, Salvatore Rollo e Giuseppe Bonsegna, potranno invece chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive entro i prossimi venti giorni, prima che il pm avanzi la richiesta di rinvio a giudizio.
Le indagini hanno preso il via, a seguito della denuncia del marito della vittima, assistito dall’avvocato Donata Perrone. Un altro familiare della donna, si è rivolto all’avvocato Massimo Manfreda per conoscere gli sviluppi dell’inchiesta.

La denuncia

La 30enne, che non soffriva di particolari patologie, intorno a mezzogiorno di venerdì 13 novembre del 2020, si era prima presentata presso il pronto soccorso del nosocomio “San Giuseppe da Copertino”, a causa di un senso di bruciore, tremolio alle gambe ed uno stato d’ansia. E intorno alle 17, si accasciava a terra, continuando a tremare fino ad irrigidirsi. A quel punto veniva trasportata in barella, all’interno del pronto soccorso. Nelle ore successive continuava a stare male, accusava anche dei colpi di calore. E verso le 22 subiva un arresto cardiocircolatorio ed entrava in coma profondo. Poco dopo veniva disposto il trasferimento al “Vito Fazzi” di Lecce.
Come riferito dai familiari, la notizia veniva comunicata al marito ed al fratello della donna che attendevano da dodici ore fuori dall’ospedale copertinese, in base alle disposizioni legate all’emergenza epidemiologica da covid19. Dopo il trasferimento ed il ricovero in Rianimazione, la 30enne versava oramai in condizioni gravissime e moriva il 14 novembre.
In seguito si è svolto l’’esame autoptico affidato al medico legale Alberto Tortorella ed al medico anestesista Salvatore Colonna.
In base a quanto emerso, gli indagati avrebbero omesso qualsiasi accertamento diagnostico. Uno dei due medici, si sarebbe limitato alla somministrazione di valium. Invece, l’altro non sarebbe intervenuto in nessun modo, di fronte all’aggravarsi della quadro clinico della paziente, riconducibile a sindrome serotoninergica.



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