Ciclista investito da una Vespa su via del mare. Guidatore del ciclomotore a processo con rito abbreviato

L’imputato risponde del reato di omicidio stradale aggravato dall’ebbrezza alcolica e dall’aver guidato sprovvisto di assicurazione

A processo con il rito abbreviato, il guidatore di una Vespa accusato di avere travolto ed ucciso sul Viale dello Stadio, sotto effetto di alcol e cannabis, un anziano in bici.

Al termine dell’udienza preliminare celebratasi nelle scorse ore, il gup Sergio Tosi ha accolto l’istanza dell’avvocato Ilario Manco, legale di C.D.M., 48enne leccese. L’imputato risponde del reato di omicidio stradale aggravato dall’ ebbrezza alcolica e dall’aver guidato sprovvisto di assicurazione. Anche se, in base a quanto sostenuto dall’accusa, C.D.M. avrebbe causato la morte del ciclista, “quale conseguenza non esclusiva della propria condotta”.

Intanto, le sorelle di Cosimo Colavolpe, 73enne di Lecce, si sono costituite parte civile con l’avvocato Massimo Bellini. Il processo è stato aggiornato al 7 ottobre, quando è prevista la discussione della parti e poi la sentenza del giudice Tosi.

I fatti risalgono all’8 maggio del 2021. L’uomo era in sella alla sua bici quando è stato travolto da una Vespa condotta dal 48enne leccese. L’incidente è avvenuto alle 17 circa all’incrocio tra viale Giovanni Paolo II e via Poli, in direzione viale Giacomo Leopardi. La vittima è stata sbalzata sull’asfalto e ha battuto la testa, rimediando un trauma cranico commotivo, in base a quanto stabilito dal medico legale, Alberto Tortorella. È stato soccorso, portato in ospedale e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico che non è servito però a salvargli la vita.

Sul posto sono prontamente giunti anche gli agenti della Polizia Locale. In seguito, il conducente del ciclomotore, sottoposto agli accertamenti di rito, è risultato positivo all’alcol e alla cannabis. Nel corso delle indagini è stata effettuata una consulenza tecnica affidata all’ingegnere Antonio Vernaleone, per ricostruire la dinamica dell’incidente.

In base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Rosaria Petrolo, C.D.M. guidava a 52kmh (oltre il limite consentito) e giunto all’intersezione stradale, urtava la parte anteriore della bici, condotta da Colavolpe, il quale però non dava la precedenza, nonostante la presenza della segnaletica stradale.



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