
Aveva rassegnato le dimissioni dalla Presidenza della Commissione Cultura della Regione nel gennaio del 2022 costretto dalla malattia a fare un passo indietro, ma a luglio era tornato in Consiglio regionale per l’approvazione della legge sulla omobitransfobia, di cui era stato primo firmatario. Doveva essere solo un arrivederci, ma così non è stato per Donato Metallo , scomparso dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro il cancro a soli 44 anni. La sua lotta quotidiana, fatta di speranza e resilienza, l’aveva raccontata sulla sua pagina social, con la stessa forza e determinazione che lo avevano portato a diventare consigliere regionale e primo cittadino della sua Racale, il suo paese.
Laureato in Beni Culturali all’Università del Salento, aveva deciso che la bellezza – quella dei luoghi, ma soprattutto quella delle persone – era qualcosa da proteggere, da custodire. È così, spinto dal desiderio di fare qualcosa di buono per la sua comunità, era arrivato alla politica: per amore. Era stato eletto sindaco nel 2012, ed è stato riconfermato cinque anni dopo nel 2017diventando un punto di riferimento per la sua comunità. Lì aveva messo radici e speranze.
Da primo cittadino del comune del Sud Salento, si è distinto per i risultati ottenuti in merito alla raccolta differenziata, alla rigenerazione di spazi pubblici, all’efficientamento energetico, alla riqualificazione e valorizzazione della marina di Torre Suda, all’ammodernamento e messa in sicurezza degli edifici scolastici, alle iniziative sociali e culturali dal forte impatto collettivo.
Nel 2020, l’elezione in Consiglio Regionale ha portato Donato a un nuovo capitolo della sua vita pubblica. Primo degli eletti nel Partito Democraticom nella circoscrizione di Lecce. Così aveva portato la sua visione anche a Bari. Ma lui non era un uomo di palazzo. Era uno che restava per strada, tra la gente, tra le storie. Ha lavorato per i più fragili, per chi aveva bisogno di una voce. E anche quando la sua malattia ha cominciato a farsi sentire, Donato non ha smesso di lottare per gli altri. Uno dei suoi ultimi atti è stato un emendamento che permettesse ai pazienti oncologici di ricevere gratuitamente una parrucca. Un gesto apparentemente piccolo, ma che racchiudeva il senso profondo del suo agire: dare dignità, bellezza, sollievo, anche solo per un attimo. “È una forma di resistenza d’amore,” aveva detto.
Tra le battaglie sostenute quelle riguardanti l’ambiente, la formazione, l’uguaglianza e l’inclusione sociale, la scuola, la cultura.
La notizia della sua morte ha attraversato la Puglia come un’onda silenziosa. Perché Donato non si faceva notare con i toni forti, ma con la gentilezza, mai sopra le righe, mai prepotente, ma sempre pronto a tendere la mano, a dare spazio agli altri, a portare avanti ciò che era giusto, con la discrezione e la dignità che erano il suo marchio di fabbrica.
In questo momento, il pensiero più tenero e sincero va al piccolo Pietro, che ha appena un anno, e alla sua compagna Alessandra Caiulo, artista e voce amata della Notte della Taranta. A loro, e a tutta la famiglia, ci stringiamo con profondo affetto e partecipazione.