Arriva una prima svolta nelle indagini sulla morte della giovane psicologa Virginia Quaranta, 32enne originaria di Diso.
Il sostituto procuratore Francesca Miglietta ha iscritto nel registro degli indagati il nome di un amico della vittima, R.P.M residente in un paese del Capo di Leuca. L’uomo risponde dell'accusa si omicidio volontario ed è difeso dall'avvocato Francesca Conte. Si tratta, per il momento soltanto di un atto dovuto, in vista di un esame tecnico irripetibile.
Infatti, il pm ha affidato una consulenza ad un ingegnere informatico per analizzare il contenuto dei msg, ritrovati nella memoria dei due telefonini appartenenti alla psicologa. L'indagato è stato una delle ultime persone ad entrare in comunicazione con la Quaranta, da qui l'interesse degli inquirenti a verificare la natura dei contatti intercorsi tra i due amici. Gli esiti della consulenza dovrebbero essere consegnati entro 60 giorni.
Intanto, il pm è in attesa delle conclusioni dell'esame tossicologico e di quello autoptico. Un’aritmia cardiaca, è quanto emerso dall’esame autoptico effettuato dal medico legale Alberto Tortorella (i genitori della psicologia non erano però a conoscenza di problemi cardiaci della figlia).
Gli inquirenti, già dopo una prima ispezione effettuata in loco, non avrebbe però riscontrato segni di violenza, ma adesso si attendono gli esami istologici per avere un quadro completo. In ogni, caso alla luce delle ultime novità investigative, sembrerebbe al momento da escludersi la pista della "morte naturale". Le indagini sono condotte dagli uomini della Squadra Mobile di Lecce, sotto la guida del vice questore aggiunto Sabrina Manzone e del dirigente Elena Raggio.
Ricordiamo che il corpo di Virginia Quaranta è stato ritrovato, la mattina del 18 giugno scorso, adagiato sul letto del suo appartamento in viale Rossini. La dolorosa scoperta è toccata ad alcune colleghe della giovane psicologa, preoccupate del fatto che la donna non si fosse presentata ad un convegno a cui avrebbe dovuto partecipare. Dopo aver tentato invano di contattarla telefonicamente, le compagne di lavoro hanno deciso di raggiungere l’abitazione dove la 32enne viveva con un altro ragazzo, con cui non c'era alcun legame sentimentale. Avevano le chiavi, è stato semplice entrare: di certo non si aspettavano di trovarsi di fronte un dramma simile.
Lanciato immediatamente l’allarme, presso l’abitazione sono giunti prima alcuni agenti della Polizia, poi, su disposizione del Magistrato di turno, il Sostituto Procuratore Francesca Miglietta, è stato disposto il sequestro del telefono cellulare e di diverse confezioni di farmaci ritrovate in camera, così come di alcune cartelle cliniche sono state sequestrate.
Virginia Quaranta dopo la laurea in Psicologia ottenuta all'università degli studi di Chieti, era tornata in Salento. A Lecce, dove viveva da tempo, aveva svolto un tirocinio al consultorio familiare dell'Asl.
