
Nei giorni in cui in Italia è ancora vivo il dibattito sulla chiusura del Cocoricò, ma soprattutto quando ormai a Gallipoli diventa operativo il piano anti-caos discusso nei giorni scorsi in Prefettura , ci si trova a dover affrontare, stretti intorno alla sua famiglia, il dolore per la morte di Lorenzo Toma. Tanta la rabbia, troppa. Può apparire una frase di circostanza, però va ribadita lo stesso, affinché non se ne dimentichi il verso senso: non si può perdere la vita a soli 18 anni bevendo un sorso d'acqua dalla bottiglietta sbagliata.
A tal proposito, stanno facendo molto discutere le dichiarazioni rilasciate su twitter dal sindaco di Gallipoli, Francesco Errico:“Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare”. Certo, l'autopsia e le indagini, attualmente in corso, faranno comprendere cosa è accaduto. Eppure quella linea dura – forse anche troppo – espressa dal primo cittadino via web (specie l’ultima parte) da molti viene considerata un tantino fuori luogo. Se non altro perché è morta una persona. Più avanti Errico se ne accorge, tanto da scrivere un ulteriore stato nel quale specifica meglio il suo pensiero:"Se ho offeso la famiglia chiedo umilmente scusa. Il mio post voleva solo proteggere i ragazzi che hanno bisogno d'aiuto per evitare la droga".
I commenti, però, lasciamoli ad altre sedi. Qui occorre ragionare sul ruolo delle istituzioni. A esse tocca, l'obbligo di stabilire la linea confinante tra ciò che è giusto e ciò che non lo è affatto. Un limite sottile che intercorre fra le pesanti responsabilità di chi opera nel settore del divertimento notturno e la libertà personale di chi decide per la propria vita e quella degli altri.
“Come evitare che accadano ulteriori tragedie strazianti come questa? – si domanda Roberto Marti, deputato parlamentare salentino di FI – Utilizzando strumenti efficaci di controllo antidroga e attivando azioni che possano supportare le discoteche per gestire a dovere affluenza turistica e movida notturna. Oggi non ci resta che stringerci intorno alla famiglia del giovane Lorenzo. Domani, però, nel comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica convocato dal Prefetto Palomba, sarà necessario individuare soluzioni concrete”.
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Ai genitori di Lorenzo si stringe unita anche la famiglia di Lamberto Lucaccioni, il sedicenne di Città di Castello morto durante una serata al Cocoricò, attraverso l’avvocato Roberto Bianchi in una nota pubblicata da ANSA.it. Auspicando:“un intervento legislativo da parte del Parlamento per stringere le maglie del traffico di stupefacenti e aumentare i controlli nelle discoteche ritenute più a rischio”.