Bere fino a stordirsi. Filmare la sbronza, postarla su Facebook e nominare altri amici a cimentarsi nella competizione. Pena per chi non accetta: offrire alcool per una serata intera.
Si chiama Neknominate ed è la nuova folle moda che sta appassionando i giovani di tutto il mondo. Nate in Australia, le sfide alcoliche sul web, hanno fatto letteralmente impazzire le generazioni social di Irlanda, Usa, Inghilterra, Francia ed anche Italia.
Migliaia di video hanno invaso la rete con le migliori performance. Basta fare un click su Youtube per capire di cosa stiamo parlando.
La competizione, infatti, non consiste solo nell'ingurgitare spropositate quantità di alcool, ma compiere anche goliardiche imprese mentre si beve, o subito dopo la sbronza.
In Italia, il Neknominate, sembra non aver ancora assunto risvolti tragici. Protagonista del drinking game è, per ora, solo la birra. Rigorosamente bevuta "a goccia". Ma nelle migliaia di "esibizioni" mortali documentate da ragazzi dai 18 ai 30 provenienti da tutto il mondo si parla di miscugli di alcool di ogni tipo: vino, whiskey, vodka, birra e gin, mandati giù in meno di un minuto.
Ross Cummins è morto nell'Ospedale di Dublino dopo essere svenuto in casa, a soli 22 anni. Johnny Bryne, 19 anni, è morto annegato dopo essersi buttato in un fiume con una pinta di birra in corpo. Per Isaac Richardson, 20 anni, il cocktail di vino, whiskey, vodka e birra è stato fatale. Di recente, ad Agrigento, un sedicenne è finito in coma etilico.
E queste, sono solo alcune delle vittime del fenomeno virale che nel Belpaese, per ora, pare circoscritto nella piattaforma di video sharing. Ma, si sa, quando è l’eccesso ad essere “idolatrato”, il passo da una birra ad un superalcolico è breve.