‘Non l’ho mai violentata né costretta a prostituirsi’: il 30enne rumeno si difende così davanti al giudice

Questa mattina il gip Antonia Martalò ha convalidato l’arresto di Alexei Florea e ha disposto la misura cautelare del carcere. L’uomo rispondeva di sequestro di persona, violenza carnale e riduzione in schiavitù, in base all’accusa formulata dal pm di turno Maria Vallefuoco.

Solo una discussione per motivi di gelosia, degenerata in atti violenti verso la compagna. Si è difeso così, il 30enne rumeno Alexei Florea, accusato di aver segregato in casa, picchiato e maltrattato una sua concittadina. Questa mattina il gip Antonia Martalò ha convalidato l'arresto dell'uomo e ha disposto la misura cautelare del carcere.

Il 30enne rispondeva di sequestro di persona, violenza carnale e riduzione in schiavitù, in base all'accusa formulata dal pm di turno Maria Vallefuoco. Sentito dal giudice, Florea, difeso dall'avvocato Andrea Frassanito, ha ammesso soltanto di avere avuto un litigio con la compagna, in seguito al quale, l'avrebbe picchiata. Florea sospettava che la compagna avesse una relazione con il proprio datore di lavoro (la donna, infatti, lavorava come badante presso una famiglia di Nardò). Cosicché, nel corso di una discussione, le avrebbe chiesto con fermezza di non andare più a prestare servizio presso quella casa. Di fronte, al rifiuto della ragazza, avrebbe reagito violentemente, picchiandola. L'uomo ha poi negato, tutti gli altri spregevoli episodi che la compagna ha riferito ai carabinieri. Anzitutto di averla costretta ad avere rapporti sessuali o di averla" incoraggiata" a prostituirsi, di averle  urinato sul volto e, infine, di aver defecato su un piatto e di aver costretto la poveretta a mangiare le feci.

La 41enne è riuscita scappare venerdì scorso, approfittando del fatto che il suo aguzzino si fosse addormentato, riuscendo a raggiungere il Commissariato di Polizia che dista dall'abitazione poco meno di duecento metri. La 41enne ha raccontato dunque tutto ai militari. Innanzitutto che a fine gennaio, ad esempio, Florea dopo averla malmenata e picchiata servendosi di un cuscino premuto in faccia per non far sentire le urla, le ha tagliato i capelli. Lo stesso giorno l'ha costretta ad avere rapporti sessuali e dopo aver soddisfatto le sue voglie, ha continuato a riempirla di botte con una gruccia di legno.

Il 1 febbraio, forse ravveduto, l'ha accompagnata dal parrucchiere per farle sistemare i capelli, ma il gesto 'gentile' è durato poco. Raggiungendo forse l'apice della ferocia, le ha urinato sul volto e ha continuato a soddisfare le sue voglie con prepotenza, l'ha picchiata fino a quando con un nastro da imballaggio le ha bloccato ginocchia e piedi, mentre le ripeteva «O ti prostituisci o muori». Poi l'ha avvolta in un lenzuolo e l'ha caricata sulle spalle, pronto a gettarla in mare. E lo avrebbe fatto se non avesse avuto pietà. Ma non sarebbe finita qui. Florea ha defecato su un piatto, dopodiché ha messo un cucchiaio nelle mani della donna e l'ha costretta a mangiare le feci. La scena è stata ripresa dal cellulare ed il filmato, a sfregio, è stato inviato ad un terzo uomo, forse un suo ex compagno, con su scritto «Grazie Gino».

La donna, che in Romania ha lasciato due figli, si trova ora in una struttura protetta. In seguito al raccapricciante racconto della donna, gli uomini in divisa hanno bussato alla porta dell'appartamento della mamma di Florea e lo hanno trovato con le valigie quasi pronte, con circa 3mila euro nel portafoglio e con le chiavi della macchina strette in mano.



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