Muore in ospedale dopo aver partorito. Nuove indagini sul decesso di una giovane mamma salentina

La decisione è stata presa dal gip del tribunale di Treviso, dopo l’opposizione della famiglia alla richiesta di archivazione della Procura

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Il giudice dice no all’archiviazione e dispone nuove indagini sulla morte della giovane mamma salentina, deceduta dopo il parto e la nascita del bambino, in provincia di Treviso.
La decisione è stata presa dal gip Piera De Stefani, a seguito dell’udienza camerale del 17 marzo, in cui si è discussa l’opposizione della famiglia alla richiesta di archivazione della Procura.

Il giudice del tribunale di Treviso, nello specifico, ha disposto ulteriori sei mesi d’indagine. È stata dunque accolta l’istanza dell’avvocato Cosimo Miccoli, per conto dei famigliari della 34enne, Francesca Schirinzi, originaria di Castrignano del Capo, deceduta il 13 marzo del 2019 a Oderzo.

Come scrive il gip nel provvedimento: “permane l’incertezza sulle cause della morte attribuita (per via deduttiva logica) dai consulenti del pm e della difesa ad un’embolia amniotica, dai consulenti degli opponenti invece ad un arresto cardiaco indotto da una non corretta ed eccessiva somministrazione di ossitocina durante il parto”.

Le indagini hanno preso il via dopo che il marito di Francesca, originario di Squinzano, ha presentato denuncia. L’uomo esprimeva perplessità sulla scelta dei medici di sottoporla al parto naturale. Il giorno prima di dare alla luce il suo secondo figlio, infatti, la 34enne aveva avvertito problemi di pressione alta e le era stata anche somministrata una pastiglia.
PCome ricostruito nella denuncia, il parto, avvenuto all’1.41, si sarebbe svolto regolarmente. Pochi minuti dopo, la 34enne ha accusato un primo arresto cardiocircolatorio. A quel punto è stata rianimata, ma presentava perdite ematiche vaginali ed è stata portata in sala operatoria. Francesca ha avuto un secondo arresto cardiocircolatorio, poco prima delle 5.00. Sono state attivate, anche in questo caso, le procedure di rianimazione, ma intanto il sanguinamento è diventato copioso. Dopo il terzo arresto cardiocircolatorio, la neomamma è morta. Mancava qualche munuto delle sei, quando si è consumata la tragedia su cui ora bisogna fare luce.
In vista dell’autopsia, erano stati iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto, i nominativi di 5 medici dell’ospedale di Oderzo che avevano avuto in cura la donna, in quei drammatici frangenti. Rispondevano dell’ipotesi di reato di omicidio colposo.

Francesca Schirinzi viveva insieme al marito e alla loro prima figlia di 4 anni, ad Annone Veneto (in provincia di Venezia).



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