Inchiesta sui decessi per covid nel Polo Oncologico. Il gip dispone nuove indagini 

Il giudice Antonio Gatto ha rigettato la richiesta di archiviazione della Procura, dopo l’opposizione dei parenti delle vittime.

Il gip dispone nuove indagini per far luce sui decessi di alcuni pazienti del Polo Oncologico del Vito Fazzi di Lecce, durante la seconda ondata del covid 19.

Il giudice Antonio Gatto ha rigettato la richiesta di archiviazione della Procura.

E nell’ordinanza in cui dispone nuove indagini entro i prossimi 6 mesi, chiede di verificare “se i protocolli adottati dalla Direzione Sanitaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce fossero adeguati e dunque in grado di bloccare o limitare significativamente la diffusione del virus SARS-COV-2 e dunque di impedire…il verificarsi di “focolai” di infezione”. Non solo, anche “se le svariate violazioni messe in luce dall’attività di indagine abbiano o meno assunto efficacia causale rispetto al focolaio sviluppatosi e ai decessi di pazienti”.

La decisione è giunta in seguito all’opposizione alla richiesta di archiviazione del pm Donatina Buffelli, da parte dei familiari delle persone offese. Sono assistiti dagli avvocati Antonella Corvaglia, Serena Tempesta, Andrea Papa, Laura Alemanno.

L’inchiesta era stata avviata a seguito degli esposti presentati dai familiari delle vittime e dall’associazione Codici. In particolare, veniva sottolineato il mancato rispetto delle misure di prevenzione quali il distanziamento, l’utilizzo di guanti e della mascherina. E dopo la diffusione del virus covid-19 tra operatori sanitari e degenti del reparto di oncologia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, si registrarono i decessi di ben 14 pazienti, tra il febbraio e l’aprile del 2021.

Le ipotesi di reato su cui si è concentrata l’inchiesta della Procura erano: diffusione di epidemia colposa, omicidio colposo, abbandono di persone incapaci, responsabilità colposa per morte in ambito sanitario, a carico di ignoti. Al termine degli accertamenti investigativi dei carabinieri del Nas, il pm ha chiesto, nel marzo scorso, l’archiviazione dell’inchiesta.

Anche se il pm sosteneva: «Non si può escludere che in taluni casi possa esserci stata in alcuni momenti una certa leggerezza o una sottovalutazione dei rischi».

Ora si attendono gli esiti delle nuove indagini.