Disposto un nuovo processo di Appello per Giovanni Camassa. Il 57enne, agricoltore di Melendugno, fu condannato all’ergastolo per l’omicidio di una sua compaesana, la 31enne, Angela Petrachi. La giovane madre scomparve il 26 ottobre del 2002 e fu trovata morta l’8 novembre in un boschetto di Borgagne (frazione di Melendugno). Fu seviziata e uccisa.
La Corte d’appello di Catanzaro, in queste ore, ha accolto l’istanza di revisione del processo, presentata dagli avvocati Ladislao Massari e Marilina Strafella, legali di Camassa, ed ha disposto un approfondimento dibattimentale, incentrato su una nuova consulenza sul Dna.
In una scorsa udienza, il sostituto pg ha chiesto alla Corte di dichiarare inammissibile l’istanza di revisione perché non sussistono nuove prove. I legali di Camassa chiedevano invece di applicare tecniche più moderne per le analisi genetiche sugli indumenti della vittima che permisero di isolare il Dna di un altro uomo, inizialmente indagato nell’inchiesta.
I due figli di Angela Petrachi si sono costituiti parte civile con l’avvocato Silvio Verri.
Giovanni Camassa, assolto in primo grado, «per non aver commesso il fatto», venne poi condannato in via definitiva nel 2014 all’ergastolo per omicidio volontario, violenza sessuale e vilipendio di cadavere.
Sul cadavere e sugli slip non venne trovato il Dna di Camassa. Contro di lui, in base alle indagini, vi erano i dati delle celle telefoniche: il 26 ottobre, giorno della scomparsa di Angela, la cella telefonica di Camassa avrebbe agganciato la zona dove venne ritrovato il cadavere. L’agricoltore si è sempre dichiarato innocente. I suoi legali avevano chiesto la revisione del processo e nel dicembre 2023 la Corte di Cassazione accolse il ricorso stabilendo che a decidere sull’ammissibilità della richiesta fosse la Corte d’assise d’appello di Catanzaro che, in queste ore, ha detto si all’istanza della difesa.